![A Kiev niente Nato e zone occupate. Ok ai fondi congelati. Terre rare agli Usa](https://img.ilgcdn.com/sites/default/files/styles/xl/public/foto/2025/02/13/1739429248-zelensky-trump.jpg?_=1739429248)
Donald Trump triangola con Vladimir Putin e Volodymyr Zelensky per cercare di dare il via il prima possibile ai negoziati che portino alla fine della guerra, e intanto emergono alcune delle condizioni dell'eventuale accordo di pace. Anzitutto, il capo del Pentagono Pete Hegseth gela l'Ucraina nel suo primo viaggio all'estero, dicendo che un ritorno ai confini prebellici non è realistico, tanto quanto un ingresso di Kiev nella Nato.
Durante l'incontro a Bruxelles con i colleghi dell'Alleanza Atlantica e con quello ucraino, il neo segretario alla Difesa Usa spiega che l'idea di tornare ai confini prebellici è «un obiettivo illusorio e irrealistico» nell'accordo con la Russia che Trump vuole raggiungere. E allo stesso modo, non è «realistico» pensare all'adesione alla Nato (Nato che ha promesso che un giorno l'Ucraina diventerà membro, ma senza specificare quando, e le parole di Hegseth sembrano collocare quella data in un futuro molto lontano). Trump «intende porre fine a questa guerra con la diplomazia e portando sia Mosca sia Kiev al tavolo», sottolinea il capo del Pentagono, ma se Zelenksy volesse riprendersi tutto il territorio che la Russia ha conquistato dal 2014 «prolungherebbe solo il conflitto e causerebbe più sofferenze. Finiremo questa guerra devastante e stabiliremo una pace duratura solo unendo la forza alleata a una valutazione realistica del campo di battaglia», aggiunge ancora. E dopo un accordo, «una pace duratura deve includere solide garanzie di sicurezza per assicurare che il conflitto non ricominci», ma questa sarebbe la responsabilità delle truppe europee e non di una «missione Nato», non protetta dall'impegno dell'articolo 5 per la difesa collettiva. Nessuna truppa americana verrà schierata in Ucraina, precisa, e l'Europa dovrebbe fornire «la stragrande maggioranza dei futuri aiuti letali e non letali a Kiev».
Intanto Zelensky vece a Kiev il segretario al Tesoro americano Scott Bessent, un colloquio di cui ha discusso anche con il tycoon, così come «della preparazione di un nuovo documento su sicurezza, cooperazione economica e partnership sulle risorse». Trump ha già detto di voler concludere un accordo con lui per accedere a minerali di terre rare e gas in Ucraina in cambio di garanzie di sicurezza in un potenziale accordo di pace. In risposta, il leader di Kiev vuole che gli alleati investano nelle sue risorse minerarie: «Si tratta di partnership». Con Trump avrebbe avanzato anche la richiesta dei 300 miliardi di asset russi congelati in Europa. Per l'acquisto di armi americane.
Sul fronte dell'ingresso nell'Alleanza, invece, in un'intervista all'Economist afferma che «se l'Ucraina non sarà nella Nato, significa che costruirà la Nato sul suo territorio. Quindi, ha bisogno di un esercito grande quanto quello che hanno oggi i russi. E per tutto questo, servono armi e soldi. Chiederemo questo a Washington», assicura. Come possibile base per le trattative con Mosca, Zelensky evoca uno scambio di territori, una eventualità già respinta dal Cremlino. «Questo è impossibile. La Russia non ha mai discusso e non discuterà mai di scambiare il suo territorio», replica il portavoce Dmitry Peskov riferendosi alla regione di Kursk, parzialmente occupata dall'esercito ucraino. E assicurando che le unità militari ucraine attualmente presenti nel Kursk «saranno espulse da questo territorio e saranno distrutte».
Una Monaco blindata si prepara domani ad accogliere i leader per la conferenza a cui partecipano tra gli altri il vicepresidente Usa JD Vance, il segretario
di Stato Marco Rubio e il presidente Zelensky. Oltre il perimetro di sicurezza è stato imposto il divieto di sorvolo, che riguarda anche i droni, mentre circa 5mila poliziotti saranno in servizio nei tre giorni di lavori.
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