![Giorgia come Silvio, ossessione della sinistra](https://img.ilgcdn.com/sites/default/files/styles/xl/public/foto/2025/02/10/1739197537-giorgia-meloni.jpg?_=1739197537)
Illustre Direttore Feltri,
l'opposizione, Azione esclusa, ha presentato una mozione di sfiducia nei confronti del ministro della Giustizia Nordio per il caso Almasri, il libico criminale rimpatriato sul volo di Stato dopo la scarcerazione decisa dalla corte d'Appello romana. E prima ancora era stato il turno di Daniela Santanchè, ministro del Turismo. Insomma, la sinistra va avanti a colpi di mozioni di sfiducia e richieste di dimissioni. Eppure le scrivo per porre alla sua attenzione un particolare: i partiti di minoranza continuano a insinuare che la premier Giorgia Meloni sia sotto ricatto, prima dei libici, ora addirittura di Daniela Santanchè, della quale non pretenderebbe le dimissioni proprio perché ricattata. E per quale motivo Santanchè dovrebbe ricattare Meloni? Ne hanno di fantasia questi progressisti...
Vito Galimberti
Caro Vito,
in effetti fa ridere l'ipotesi avanzata in aula con tanto di domande tendenziose alla premier che quest'ultima sia ricattata da Daniela Santanchè e che per questo non chieda al ministro in questione di rassegnare le dimissioni. Stando alla sinistra, Meloni è ricattata da mezzo mondo, persino da Daniela, oltre che dal governo libico. Nelle scorse settimane si diceva che il presidente del Consiglio fosse sotto ricatto di Almasri e della Libia, adesso del capo del dicastero del Turismo. E si insiste con questa ricostruzione malata, il tutto per tentare di mettere in cattiva luce Meloni davanti all'opinione pubblica. Tentativi che si rivelano continuamente vani, dal momento che Giorgia mantiene saldi consenso e fiducia da parte dell'elettorato.
Tuttavia dispiace, e lo affermo sinceramente, che questa opposizione sia tanto concentrata sulla premier e così poco sulle proposte politiche, ancora e sempre non pervenute. Penso che siamo davanti ad una vera e propria ossessione della sinistra nei riguardi di Giorgia Meloni. Non ricordo una opposizione tanto personalistica, tanto focalizzata sulla persona, se non forse allorché al governo c'era Silvio Berlusconi. Insomma, ogni volta che la sinistra si trova davanti un avversario molto carismatico, prova a risorgere e a riconquistare terreno politico facendo la guerra alla persona piuttosto che puntare sui contenuti. E gli italiani lo percepiscono e ne sembrano infastiditi.
Conosco bene Daniela e non me la figuro ricattare chicchessia, tantomeno Giorgia, che stima particolarmente e dalla quale ha ottenuto, non senza merito, fiducia, tanto che Meloni le ha affidato un dicastero importante in un Paese come l'Italia il cui Pil è influenzato enormemente dal settore turistico. E Santanchè ha fatto bene, anzi, devo ammettere che è un ministro di valore, in grado di conseguire in brevissimo tempo risultati sorprendenti e indiscutibili. Non vedo quindi il motivo per il quale Meloni dovrebbe sfiduciare Santanchè o chiederne le dimissioni o liquidarla o allontanarla. Forse perché è sotto processo? E allora? Questo non basta per estromettere un ministro in gamba. Un ministro si rimuove se non assolve ai suoi doveri, se crea danni, se distrugge il settore a lui affidato, non se fa bene ma sta antipatico alla minoranza, non se fa bene ma è indagato, non se fa bene ma è sotto procedimento, quindi, stando alla Costituzione, da ritenersi innocente.
Il centrodestra difende il principio garantista che è alla base del nostro ordinamento. Sbarazzarsi di Santanchè poiché la sinistra attacca il governo non farebbe altro che contraddire e tradire quel principio. E che errore sarebbe! Non bisogna cedere ai ricatti della sinistra. Opportuno è dunque conservare le posizioni ed attendere un eventuale giudizio definitivo di condanna. I progressisti ci spiegano che bisogna fare lavorare la magistratura, e poi vogliono anticipare le sentenze e scriverle al posto delle toghe quando quelle sentenze farebbero comodo per scalfire in qualche modo il governo. Mi pare un chiaro controsenso.
Da mesi il dibattito politico e mediatico è attorcigliato intorno a questioni di lana caprina, quelle che tu stesso menzioni, ossia rimpatrio di Almasri e destino di Santanchè, e ricordo che prima si dibatteva del gesto di Musk sul palco, gesto definito impropriamente «saluto romano».
Sarebbe il caso di allargare le prospettive, di dare ossigeno, di smetterla di ciarlare di aria fritta. Gli italiani non ne possono più. E io stesso, lo ammetto, trovo addirittura più interessante il noiosissimo Festival di Sanremo rispetto alle polemiche chiassose e inconcludenti di una minoranza allo sbando.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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