"Condividere non è comunismo ma cristianesimo"

Era un periodo molto caldo dal punto di vista della politica internazionale, perché la Guerra fredda toccava le tasche di tanta gente e questo innescava dichiarazioni pubbliche molto provocatorie, proteste, sospetti e spesso anche ritorsioni

"Condividere non è comunismo ma cristianesimo"

Era un periodo molto caldo dal punto di vista della politica internazionale, perché la Guerra fredda toccava le tasche di tanta gente e questo innescava dichiarazioni pubbliche molto provocatorie, proteste, sospetti e spesso anche ritorsioni. Ricordo sui giornali argentini tante vignette satiriche sull'Unione Sovietica e sugli Stati Uniti, due giganti che si facevano una guerra sotterranea, all'apparenza senza armi, ma con minacce e attività di spionaggio. Si raccontava anche la lotta per prendere il potere in Unione Sovietica dopo la morte di Stalin, episodio che ricordo ancora nitidamente: c'era chi parlava di liberazione e chi invece viveva quel momento con grande tristezza. I nostalgici stalinisti! Mi torna in mente anche la brutta vicenda dei coniugi Rosenberg, che avvenne in questo clima di sospetto, il maccartismo, con la ricerca di possibili spie comuniste sul territorio americano.

Ricordo che anche il Papa, all'epoca era Pio XII, chiese in un messaggio che questa coppia fosse risparmiata dalla condanna a morte: per la Chiesa, infatti, quanto accaduto e quanto avviene ancora oggi in tanti Paesi del mondo è inammissibile! Per chi riceve una condanna deve esserci sempre una finestra di speranza; la pena capitale, invece, è la sconfitta della giustizia. Fino all'ultimo momento una persona può redimersi, può cambiare, questa pratica invece non permette tale possibilità, distruggendo ciò che di più importante abbiamo ricevuto in dono dal Signore: la vita. E mi domando: chi sono queste persone per decidere di togliere la vita ad altri? Forse pensano di mettersi al posto di Dio! Voglio ribadire che serve, oggi più che mai, una mobilitazione spirituale collettiva di tutti i cristiani per sostenere concretamente le associazioni che ogni giorno lottano per l'abolizione della pena di morte. Dobbiamo essere uniti in questo!

Nella società argentina durante gli anni Cinquanta si discuteva marginalmente del maccartismo americano, se ne sentiva parlare soltanto a livello di cronaca sui giornali o in qualche dibattito televisivo, perché avevamo già le nostre questioni di politica interna da risolvere. In quegli anni, pur dedicandomi anche a letture di tipo politico, come gli altri ragazzi della mia età avevo altri pensieri per la testa, come ritrovarmi con gli amici, andare a caccia di nuovi libri venduti a prezzi stracciati o praticare sport. Posso però dire che la storia dei Rosenberg, così come questo fenomeno sociale degli Stati Uniti, mi furono ben spiegati da Esther, che era appunto il mio capo al laboratorio: una donna formidabile, le devo davvero tanto. Lei sì, era una comunista di quelle vere, atea ma rispettosa: pur avendo le sue idee, non attaccava mai la fede, nemmeno quando parlava in privato con qualche amica. E mi ha insegnato tanto di politica: in quel periodo mi dava da leggere delle pubblicazioni fra cui quella del Partito Comunista, Nuestra Palabra, e Propósitos, e mi ero appassionato agli articoli di Leonidas Barletta, uno scrittore e regista argentino, figura di spicco della sinistra indipendente. Tuttavia, non abbracciai mai l'ideologia comunista: quelle erano letture che si fermavano soltanto a un piano intellettuale, oltre che un modo per conoscere quel mondo da cui proveniva Esther.

A tal proposito, qualcuno, dopo la mia elezione a Papa, ha detto che parlo spesso dei poveri perché anche io sarei un comunista o un marxista. Anche un cardinale amico, una volta, mi ha raccontato che una signora, una buona cattolica, gli ha detto di esser convinta che Papa Francesco fosse l'antipapa. La motivazione? Perché non uso le scarpe rosse! Ma parlare dei poveri non significa automaticamente essere comunisti: i poveri sono la bandiera del Vangelo e sono nel cuore di Gesù! La povertà non ha ideologia, la Chiesa non ha e non può avere ideologie, non e un parlamento, come dico spesso! Non si può ridurre tutto a fazioni di destra o di sinistra. Prendiamo per esempio gli Atti degli Apostoli, al capitolo 4, versetto 32, dove si legge che la moltitudine di coloro che erano diventati credenti aveva un cuore solo e un'anima sola e nessuno considerava sua proprietà quello che gli apparteneva, ma fra loro tutto era comune. Ecco, nelle prime comunità cristiane si condivideva la proprietà: questo non è comunismo, questo è cristianesimo allo stato puro!

Tornando a Esther, sul maccartismo mi diceva che era necessario avere lucidità e saggezza per discernere e capire perché si parlasse di pericolo comunista per la democrazia americana. Lo spettro comunista veniva agitato in modo strumentale? O c'era davvero il pericolo che i segreti di Stato venissero diffusi? Erano domande che all'epoca in tanti si ponevano.

Molti anni dopo quelle nostre conversazioni, Esther iniziò una battaglia dolorosa, fondando con altre due donne l'associazione delle Madri di Plaza de Mayo, che radunava le mamme disperate dei desaparecidos: aveva stabilito la sede di questo gruppo nel barrio di San Cristobal, nella parrocchia di Santa Cruz, dove adesso questa cara amica è sepolta.

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