C'è una linea sottile che divide il passato dal presente di Alberto Genovese, il notorio imprenditore web finito in carcere lo scorso novembre con l'ipotesi di reato per violenza sessuale. E quella linea frangibile, più che sottile, è un lungo periodo di eccessi: festini, sesso estremo, droga e alcol. Lo racconta lui stesso ai pm Rosaria Stagnaro, Paolo Filippini e all'aggiunto Letizia Mennella, nell'interrogatorio dello scorso 8 ottobre. L'ex re delle startup si difende dalle pesantissime accuse mosse da una 18enne: "era sesso consenziente". Ma poi sbucano le chat: "Sono un porco pedofilo, - scrive Genovese agli amici nel 2019 -Ho un range 16/20. Tecnicamente in Italia è legale".
Le chat
Sesso estremo con anche delle ragazze minorenni. Sarebbero questi i dettagli che, stando a quanto riporta ilCorriere.it, emergono sulla turbolenta condotta sessuale di Alberto Genovese nei mesi antecedenti all'arresto. In una chat con gli amici - dei tempi non sospetti - il 44enne racconta di aver avuto rapporti con tre 16enni. Lo scrive senza troppi fronzoli né giri di parole: "Nel 2018 ho fatto tre sedicenni". Poi aggiunge: "Ho un range 16/20". Precisa anche di aver studiato la legge: "Se non sei un parente o un prof, tecnicamente in Italia è legale".
I festini e le accuse di stupro
A detta dell'imprenditore le ragazze partecipavano ai festini "apposta per drogarsi". L'accusa sostiene che fosse il 44enne a somministrare loro dello stupefacente per abusarne senza freni. Così come è accaduto alla 18enne scappata seminuda da Terrazza Sentimento, il mega attico con vista sul Duomo di Milano, dopo una notte di eccessi e sesso estremo. La giovane ha raccontato di essere stata drogata e seviziata contro la sua volontà. Genovese invece parla di "sesso consenziente" spiegando che "era lei ad aver voluto la Ketamina per entrare in un mondo colorato e fatato". E poi avrebbe preteso un compenso per la prestazione sessuale.
Il tunnel della droga
Dopo un anno di carcere e un mese in clinica riabilitativa, Genovese è in grado di tracciare una linea di confine tra passato e presente. A fare da spartiacque è il tunnel della droga, quello che il 44enne ha attraversato alla fine di una lunga relazione sentimentale. Fino a quel momento "Ero felice. Quando mi ha lasciato è finito tutto", dice. Poi sarebbe passato "a farsi i panetti per annullarsi completamente", "la droga è stata l'anestesia della mia vita, un vortice in cui ho perso qualunque forma di umanità".
Restano i video, i "nastri dell'orrore" nella notte incriminata a Terrazza Sentimento. Genovese racconta di esser riuscito a vederli solo parzialmente perché "mi provocano ansia e attacchi di panico. Schifo e disgusto".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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