La coop che segregava le profughe si difende: "Ragazze plagiate dai media"

La coop Olinda si è difesa dalle accuse di incassare migliaia di euro per il centro di Nuvolera senza offrire i servizi promessi, incolpando la stampa di aver plagiato le profughe per fare spettacolo

La coop che segregava le profughe si difende: "Ragazze plagiate dai media"

Mesi e mesi di dubbi, di accuse e di silenzi assordanti, ma finalmente ieri la cooperativa Olinda ha deciso di parlare.

Un incontro pubblico che avrebbe dovuto chiarire i dubbi dei cittadini di Medole, la sede della cooperativa, e non solo. La situazione, però, è presto degenerata dando il via ad accese discussioni tra le due fazioni: da una parte, Ughetta Gaiozzi, presidente della coop, scortata da Lucia Papaleo, in rappresentanza della Prefettura di Mantova, e alcuni componenti della cooperativa, dall’altra, i cittadini stanchi di tutti i misteri irrisolti che girano intorno all’Olinda.

Sono bastati pochi minuti perché si scatenassero veri e propri litigi. “Non vogliamo sapere come si gestiscono i C.a.s. e l’accoglienza. Vogliamo sapere dove finiscono i soldi che la cooperativa incassa, dal momento che molti dei servizi che deve offrire non vengono erogati”, hanno preteso molti cittadini e i componenti del Veneto fronte skinheads, particolarmente agguerriti.

Il C.a.s. di Nuvolera, gestito dall’Olinda, era stato infatti messo sotto accusa dopo che le 34 ospiti sono state in un primo momento segregate all’interno della struttura e poi lasciate libere di uscire, ma senza i servizi promessi dalla coop.

“Esistono regole ben precise di gestione delle strutture di accoglienza” era il mantra ripetuto dalla dottoressa Papaleo e dalla cooperativa, mentre la presidente dell’Olinda guardava silenziosamente senza intervenire.

“Le ragazze che hanno testimoniato affermando che a Nuvolera mancano molti servizi, sono plagiate, manipolate dai media. Non sanno ciò che dicono”, ha replicato una componente della cooperativa in merito ai servizi di Striscia la Notizia e de Il Giornale stesso sul C.a.s. di Nuvolera.

Secondo la coop queste ragazze sarebbero plagiate non solo dai media, ma anche da presunti uomini intenzionati a farle diventare “schiave del sesso”. “Tutto ciò che abbiamo fatto, lo abbiamo fatto per il loro bene, per proteggerle. Ovvio che poi con tutta la spettacolarizzazione ci siamo trovati in difficoltà anche nella gestione del tutto. Facile fare notizia sulle spalle altrui”, è la discolpa tentata dalla cooperativa.

Finalmente la signora Ughetta Gaiozzi decide di parlare: “Noi non dobbiamo dimostrare nulla, se ci credete bene, in caso contrario non sono problemi nostri”. L’effetto è devastante: le parole della presidente della coop scatenano l’ira generale.

608px;">Insomma, l’Olinda stessa ha confermato che alcune delle accuse mosse loro sono vere, ma ha giustificato la mancanza dei servizi e i problemi di gestione al lavoro della stampa e della televisione, che avrebbero mandato in tilt il sistema e plagiato addirittura le ragazze per fare un po' di spettacolo.

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