La coppa da reggiseno come mascherina in vendita: scattate le denunce

Un ritrovamento inaspettato da parte dei militari della guardia di finanza nel territorio di Foggia. Nel corso dei controlli sono state rinvenute in diverse attività commerciali e farmacie altre mascherine non sicure. In alcuni casi realizzate anche con i filtri utilizzati per il piano cottura

La coppa da reggiseno come mascherina in vendita: scattate le denunce

Reggiseno come mascherina di protezione individuale ai tempi del coronavirus. È questa la scoperta fatta dai militari della guardia di finanza di Foggia all’interno di un’attività commerciale nell’ambito dei controlli eseguiti al termine di una serie di operazioni info investigative. In questi giorni sono numerose le attività di controllo che i militari del Corpo della guardia di finanza stanno eseguendo in tutto il territorio nazionale a seguito dell’emergenza sanitaria da Covid-19.

Da quando i casi di contagio sono aumentati in maniera esponenziale tutte le persone, preoccupate per la propria incolumità e quella dei loro cari, si sono recati in massa nei negozi che vendono tutti i dispositivi di sicurezza personale. Mascherine, guanti, disinfettanti per mani sono stati al centro degli acquisti dei consumatori. Questo ha fatto si che alcuni rivenditori mettessero su mercato prodotti poco sicuri per la salute dell’uomo applicando anche prezzi eccesivi. Già negli scorsi giorni le forze dell’ordine su tutto il territorio del foggiano hanno eseguito numerosi controlli che hanno portato al sequestro di diversi prodotti rientranti fra quelli ritenuti pericolosi per la salute del consumatore. Numerose anche le sanzioni che ne sono derivate per i responsabili, ma questo non ha impedito ad altri soggetti di continuare sulla scia dell’illegalità. Oggi anche per alcuni di loro sono scattati controlli ed applicate sanzioni.

A seguito di accertamenti finalizzati alla repressione di ogni forma di illegalità, connessa a fenomeni di concorrenza sleale e di manovre speculative sui prezzi dei beni di prima necessità, sono stati sequestrati in più negozi circa2.820 flaconi di igienizzanti per le mani. I prodotti i questione erano venduti a prezzi eccessivi rispetto a quelli normali. Ma, ancor più grave, non contenevano indicazioni sulla loro tracciabilità. Nessuna indicazione circa la loro origine o, in altri casi, riportavano caratteristiche non reali o erano senza l’etichetta che contiene di solito l’autorizzazione alla commercializzazione del presidio medico.

Poi, tra negozi di detersivi e una farmacia, sono state rinvenute più di seimila mascherine non sicure. Non possedevano i dispositivi di sicurezza previsti dalle normative per la vendita al dettaglio. In un negozio le mascherine erano costituite da un filtro simile a quello utilizzato per le cappe dei piani cottura. Era cucito all’interno di un tessuto in cotone.

Poi la sorpresa finale: all’interno di un’attività sono state trovate una serie di coppe anatomiche da donna da destinare alla vendita come se fossero mascherine. Ai lati vi erano stati cuciti degli elastici come dei lacci per consentirne il loro utilizzo. I titolari delle attività in questione sono stati denunciati e adesso rischiano sanzioni fino a 25.000 euro.

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