Dal discorso fatto ieri dal premier Giuseppe Conte gli italiani si aspettavano maggiori e più precise indicazioni sulla cosiddetta "fase 2". Tutti erano consapevoli che il 4 maggio non si sarebbe tornati alla vita normale condotta fino allo scorso febbraio quando la situazione sanitaria è precipitata. Eppure i cittadini erano convinti di un cambio di passo: maggiore libertà nel pieno rispetto delle regole per evitare una nuova ondata di casi di contagio da coronavirus.
Illusioni evaporate come neve al sole. Basta guardare i social per capire il malumore tra gli italiani. In molti si chiedono quali siano gli effettivi cambiamenti rispetto a quanto sta avvenendo oggi. Riprendendo un hashtag di tendenza su Twitter, più che "fase 2" quella che scatterà il 4 magio sarà la "fase 1,5".
Diverse le lacune nel discorso di Conte. Il premier ha parlato delle date di apertura delle attività e degli spostamenti ma non ne ha chiarito le modalità. Perplessità sui divieti di celebrare messe, escludendo i funerali ai quali potranno partecipare pochissime persone. Lo sport è un altro tema su cui si addensano nubi di incertezza. Ma non basta. Perché sostanzialmente Conte non ha parlato, o fatto solo un accenno, ai scuole, test e tamponi, bambini, social tracing e app "Immuni". Due soli certezze: l’uso delle mascherine il distanziamento. Ma queste due cose già si sapevano.
Sull’istruzione il premier è stato molto vago. Conte, con grande retorica, ha ribadito gli sforzi affrontati e che il ministro dell'Istruzione Lucia Azzolina sta lavorando incessantemente, con il continuo consulto del comitato scientifico, per far ripartire tutto da settembre. Ma davvero si ritornerà tra i banchi sul finire dell’estate come da tradizione? È una ipotesi. Conte non ha spiegato se le scuole siano preparate ad affrontare una situazione nella quale ci saranno regole da rispettare per limitare il contagio. Il presidente del Consiglio ha poi fatto un accenno agli esami di Stato che si potranno fare in conferenza personale. Come? Ci saranno prove scritte ed orali?
Nel discorso, Conte non ha fatto accenno anche ai tamponi e i test sierologici. Dei primi sembrano essere svaniti nel nulla. Per i test del sangue ad ora si sa solo che inizieranno a essere effettuati dal 4 maggio. Questo almeno secondo quanto ha dichiarato il commissario per l'emergenza Domenico Arcuri. Ma anche su questo ci sono tanti dubbi: dove saranno eseguiti? Quali saranno i soggetti che dovranno farlo?
Altre questioni non del tutto chiarite. Cosa succederà nel momento in cui i genitori dovranno tornare al lavoro, dato che la scuola è chiusa? Il presidente del Consiglio si è limitato a dire che saranno prolungati congedi parentali e bonus baby sitter. Per quanto tempo?
Poca chiarezza anche sul social tracing e sulla tanto discussa app "Immuni". Secondo Conte le Regioni dovranno costantemente informare il ministero della Salute al fine di rendere noto l'andamento dell'epidemia. Come faranno le Regioni a tracciare i positivi se ancora oggi non si fanno tamponi? E poi le app saranno su base volontaria? Chi conserverà i dati? E come si agirà per chi è asintomatico?
C’è anche una questione legata allo sport. Conte ha annunciato che saranno consentite dal 4 maggio le sessioni di allenamento degli atleti, professionisti e non riconosciuti di interesse nazionali dal Coni e dalle federazioni ma solo nel rispetto delle norme di distanziamento sociale e a porte chiuse. Dal 18 dello stesso mese prevista la riapertura degli allenamenti di squadra. Il premier ha spiegato che il ministro Spadafora lavorerà con esperti e componenti del sistema calcio per valutare se ci sono le condizioni per far terminare i campionati sospesi.
Ma ciò sembra una contraddizione. Il calcio è uno sport di contatto: se bisognerà seguire la regola del distanziamento sociale difficilmente si potranno svolgere le partite. Oppure ci saranno regole diverse per i calciatori?- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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