Dai congiunti alle seconde case: tutti i dubbi del decreto Conte

Sono tante le incertezze interpretative emerse al termine della lettura del nuovo decreto presentato dal premier

Dai congiunti alle seconde case: tutti i dubbi del decreto Conte

Dalle visite ai congiunti al raggiungimento delle seconde case, fino all'obbligatorietà di indossare o meno le mascherine. Sono tanti i dubbi interpretativi emersi al termine della lettura del nuovo decreto presentato da Giuseppe Conte.

In vista della fase 2 ci si aspettava maggiore chiarezza. Il problema principale, come fa notare Repubblica, è che basta dare un'occhiata ai primi articoli contenuti nel Dpcm per rendersi conto di quanti nodi spinosi debbano essere sciolti al più presto.

Innanzitutto è importante capire chi sono i ''congiunti'' che potremo visitare a partire dalla prossima settimana, pur mantenendo la distanza di almeno un metro e indossando la mascherina. Inoltre non è chiaro se sarà possibile spostarsi nelle seconde case nel caso in cui queste si trovino all'interno della stessa regione. Molto vaga anche l'indicazione sulle citate mascherine, teoricamente obbligatorie nei ''luoghi confinati aperti al pubblico''. Una domanda sorge spontanea: quali sono? Cerchiamo di fare chiarezza.

Il rebus dei congiunti

La novità più importante del decreto è che a partire da lunedì sarà possibile fare visita ai congiunti. Secondo l'articolo 1 saranno considerati ''necessari gli spostamenti per incontrare congiunti purché venga rispettato il divieto di assembramento e il distanziamento interpersonale di almeno un metro e vengano utilizzate protezioni delle vie respiratorie''.

Non si capisce tuttavia chi siano questi congiunti. In altre parole non viene specificato fino a quale grado di parentela sarà esteso il termine. Senza ombra di dubbio i genitori, i figli, i fratelli e le sorelle rientreranno nella categoria. Ma oltre ai familiari di primo grado saranno compresi anche gli zii, i nipoti, i cugini e i nonni? E come comportarsi nel caso di compagni e conviventi non legati da unioni civili?

Conte si è limitato a parlare di "famiglie rimaste troppo a lungo divise dal lockdown''. Urge quindi un chiarimento interpretativo del governo per evitare pasticci in una fase di lotta al virus che si preannuncia delicatissima. Il rischio che possa crearsi confusione è dietro l'angolo, visto che l'autocertificazione rimarrà in vigore e che i cittadini dovranno sapere chi potranno andare a trovare o meno. L'unica certezza è che gli incontri con i congiunti sono permessi solo all'interno della propria regione. Per andare in altre regioni servirà l'autocertificazione, valida per motivi di salute, necessità o lavoro.

Il ritorno a casa e le seconde abitazioni

Il decreto afferma che ''è in ogni caso consentito il rientro presso il proprio domicilio, abitazione o residenza''. Dunque studenti e lavoratori rimasti intrappolati altrove possono fare rientro presso le proprie abitazioni. Questa possibilità vale anche per gli italiani all'estero i quali, una volta rientrati, dovranno restare in quarantena per 14 giorni.

Capitolo seconde case. Vale sempre il divieto di uscire dalla propria regione, dunque niente ritiro nelle abitazioni collocate al di fuori dei confini della regione in cui si risiede. Resta da capire se i cittadini potranno raggiungere le case situate al mare, in campagna o in montagna all'interno della regione di residenza. Nell'ultimo decreto era messo nero su bianco che ''resta vietato ogni spostamento in abitazioni diverse da quella principale comprese le seconde case utilizzate per vacanze''. Adesso questo divieto non è più presente ma non ci sono altre spiegazioni in merito.

L'obbligatorietà delle mascherine

Dovremo utilizzare le mascherine negli ambienti chiusi. Fin qui non c'è però una lista o un elenco preciso. I dubbi sono molti: l'obbligo vale solo all'interno di negozi e uffici pubblici o anche nei luoghi di lavoro privati? Nel testo si parla di ''luoghi chiusi accessibili al pubblico, inclusi i mezzi pubblici e comunque in tutte le occasioni in cui non sia possibile garantire continuativamente il mantenimento della distanza di sicurezza''.

In teoria i luoghi accessibili al pubblico dovrebbero essere gli esercizi commerciali, i locali e gli uffici pubblici.

Per quanto riguarda i luoghi di lavoro, tutto dipende dai protocolli di sicurezza aziendali. Negli ambienti in cui sono garantite le distanze di sicurezza potrebbe non essere obbligatorio indossare la mascherina. Ma questi sono tutti nodi che il governo dovrà sciogliere al più presto.

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