Sette milioni di contagi: oltre 400mila i morti

Oltre 6,9 milioni, i casi di positivi in tutto il mondo, e più di 400 mila morti. Nel nostro Paese, dall’inizio della pandemia, ci sono state 33.846 vittime

Sette milioni di contagi: oltre 400mila i morti

Il coronavirus continua a fare paura. Basti pensare che, come riportato negli ultimi dati elaborati dall’università americana Johns Hopkins University, sono stati oltre 6,9 milioni i casi accertati in tutto il mondo, con più di 400 mila morti. Nel mondo i morti sono ora 400.013 su un totale di 6.910.014 contagi. Finora i soggetti guariti sono 3.094.075. E nel nostro Paese, dall’inizio della pandemia si è raggiunta quota 234.801 casi e di questi 33.846 decessi.

In Italia

Come riportato dal Corriere, per quanto riguarda l’ospedale Spallanzani di Roma, nell’ultimo bollettino medico reso noto nella mattinata di oggi, domenica 7 giugno, si legge che i pazienti che sono stati dimessi e trasferiti presso le proprie abitazioni o altre strutture, oggi sono 465. Aggiungendo poi che “in questo momento sono ricoverati presso il nostro Istituto 79 pazienti. Di questi, 28 sono casi confermati Covid-19, di cui 15 attualmente ancora positivi al tampone per la ricerca Sars-CoV 2, mentre 51 sono sottoposti ad indagini”. Viene anche precisato che vi sono 5 ricoverati che necessitano di un aiuto per riuscire a respirare.

Anche Confcommercio, in collaborazione con Format research, ha fatto il punto della situazione sottolineando che sei attività su 10 risultano adesso in difficoltà. Commercio e ristorazione sono in crisi, a causa sia di una mancanza di liquidità che di calo dei consumi. Una botta ulteriore è stata data alle imprese dalla burocrazia e dalle norme di sanificazione e sicurezza richieste, che hanno fatto lievitare i costi. C’è poi da ricordare un 11% di attività che vede nella criminalità un altro ostacolo alla ripresa, già complicata di per sé. Di questi, il 10% degli imprenditori si troverebbe a dover fare i conti con gli usurai e con chi vorrebbe appropriarsi dell’azienda in modo non lecito.

Il Presidente della Repubblica, in un messaggio per i 50 anni delle Regioni, ha fatto riferimento alla fase di ripartenza in seguito all’emergenza coronavirus. Sergio Mattarella ha spiegato che “siamo chiamati a una prova impegnativa: l’Italia ha le carte in regola per superare la sfida. Non vincerà da solo un territorio contro un altro, non prevarrà una istituzione a scapito di un’altra, ma solo la Repubblica, nella sua unità. Decisiva sarà la capacità di tenere insieme pluralità e vincolo unitari”.

Tokyo la più colpita

Il Giappone sta pensando adesso di adottare nuove norme per contenere la diffusione del coronavirus e il rischio di una seconda ondata. A Tokyo, dove alcune zone della città sono ricche di locali notturni, secondo quanto comunicato in seguito all’incontro tra il ministro per la Rivitalizzazione dell’Economia, Yasutoshi Nishimura, e la governatrice di Tokyo, Yuriko Koikevi, vi sarebbero stati il 30% dei casi totali registrati nell’ultima settimana. Durante l’incontro erano presenti anche gli esperti che consigliano l’esecutivo. Da qui sarebbe scaturito l’obbligo di tamponi per i dipendenti dei locali siti nei principali distretti notturni di Kabukicho, nel quartiere di Shinjuku, a nord ovest della capitale. Sabato, a Tokyo, ci sarebbero stati 26 nuovi casi, che hanno portato così a quota 5.369. Sono ormai sei giorni che il numero è a doppia cifra. In tutto il Paese i positivi sono 17.078, e 910 decessi.

Il Perù ha necessità di ossigeno medicale

I casi nel mondo stanno aumentando a vista d’occhio. Da un’analisi della Cnn basata sui dati pubblicati dalla Johns Hopkins University, se da una parte i casi stanno via via diminuendo, come in Francia, Spagna e Italia, in altri Paesi la situazione è tutt’altro che migliorata. Come nel caso del Sudamerica, del Medio Oriente e dell’Africa. In diversi Paesi “i contagi stanno accelerando. Mentre nel mese di aprile i nuovi casi giornalieri a livello globale non avevano mai superato le 100.000 unità, i contagi accertati hanno superato questa soglia in nove degli ultimi 10 giorni, fino ad arrivare a quota 130.400 mercoledì scorso”. Per quanto riguarda l’America Latina, è il Perù il Paese che preoccupa maggiormente, soprattutto perché adesso subisce una forte carenza di ossigeno medicale. Le strutture ospedaliere del Paese, che hanno dovuto accogliere oltre 9.500 pazienti, sono ora al collasso, soprattutto per la mancanza di ossigeno. Sarebbero circa 8mila le bombolette di ossigeno mancanti, e le aziende non riescono a rispondere alla domanda. Fino a questo momento in Perù, secondo in America Latina per coronavirus dopo il Brasile, sono stati registrati circa 190 mila casi di Covid-19. Il bilancio ufficiale dei morti è di 5.301, ben 139 in più nelle ultime 24 ore. Il Paese è al suo 83esimo giorno di confinamento obbligatorio.

La situazione in America Latina

Il Sudamerica risulta duramente colpito con più di 45.000 contagi registrati nelle ultime 24 ore, insieme a 1.714 morti. Questi ultimi dati fanno così arrivare i contagiati a quota 1.238,297, con 63.909 deceduti. Il Brasile guida la tragica classifica. Il Paese ha deciso di rivelare solo i contagi (27.075) e i morti (904) della giornata di ieri, senza riportare il totale dall’inizio della pandemia, che risulta adesso essere di 672.846 contagiati e 35.930 morti. Seguono il Perù (191.758 e 5.301) e il Cile (127.745 e 1.541). Fra i paesi latinoamericani con più di 5.000 contagi troviamo il Messico (113.619 e 13.511), l’Ecuador (42.728 e 3.608), la Colombia (38.027 e 1.205), la Repubblica Dominicana (19.195 e 536), l’Argentina (21.037 e 642), Panama (15.463 e 370), la Bolivia (12.728 e 427), il Guatemala (6.485 e 216) e l’Honduras (5.971 e 248).

In Cina sono stati sospesi per un periodo di 6 mesi sei calciatori della nazionale under 19 della Federazione di Football Cinese per aver violato le norme di sicurezza. Avrebbero infatti lasciato il ritiro per andare a divertirsi in locali notturni.

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