Coronavirus, ha la polmonite e aspetta 36ore per essere ricoverato

Il calvario del 40enne residente a Codogno. Il primo tampone è risultato negativo

Coronavirus, ha la polmonite e aspetta 36ore per essere ricoverato

Ben 36 ore di angoscia e attesa per un 40enne che risiede a Codogno, uno dei focolai del coronavirus. L’uomo ha la polmonite e nessuno per più di un giorno lo soccorre. Finalmente il ricovero e il primo tampone, risultato negativo. Adesso deve aspettare il secondo esito. Come riportato da il Giorno.it, un uomo di 40 anni, residente nella zona rossa e affetto da polmonite, ha dovuto aspettare ore, 36 per l’esattezza, prima di essere ricoverato in ospedale. Tutto ha avuto inizio qualche giorno fa, quando il giovane ha cominciato a stare male: qualche linea di febbre e difficoltà respiratorie. Nulla in quel momento faceva presagire una polmonite.

Abita a Codogno, focolaio del coronavirus

Nella mattinata di domenica 1° marzo però la situazione non andava migliorando, anzi. A quel punto l’uomo ha deciso di rivolgersi al 112. L’operatore alla cornetta ha detto di restare calmo e che avrebbe chiamato il 118. Nessuno però si è fatto vivo. Il 40enne ha quindi richiamato e, ancora una volta, è stato messo in attesa. Per riuscire a ottenere qualcosa ha dovuto aspettare lunedì mattina e pretendere un’ambulanza per raggiungere l’ospedale Maggiore di Lodi, e ricevere le cure necessarie. Il quarantenne ha raccontato di aver tentato diverse volte di contattare gli operatori sanitari per andare nella struttura ospedaliera, poter essere visitato e fare una radiografia ai polmoni.

Alla fine ha detto di aver dovuto “insistere per farmi venire a prendere nonostante avessi febbre e altri sintomi influenzali. Una volta arrivato al pronto soccorso di Lodi sono stato sottoposto alla radiografia che ha evidenziato un principio di polmonite”. Ma non è finita qui. Infatti in ospedale non vi erano in quel momento letti liberi e quindi il poveretto ha dovuto aspettare il suo turno steso su una barella, in isolamento, fino al mattino del giorno seguente.

L’attesa in corsia: le ore più difficili

Come raccontato da lui stesso: “Le ore più difficili sono state in corsia al pronto soccorso di Lodi. Ho aspettato in barella per diverse ore, fino al mattino dopo quando sono stato portato in reparto per essere ricoverato. Lì ho visto un sacco di persone arrivare, malati con difficoltà di ogni tipo. È stato straziante. I medici stanno lavorando alla grande e a ritmi impressionanti”. Fortunatamente però nella giornata di ieri è giunta la prima buona notizia: il primo tampone è risultato negativo al coronavirus. Adesso dovrà aspettare il secondo esito, ma intanto si trova in ospedale, attaccato all’ossigeno e le sue condizioni sono ritenute stabili. Un bel passo avanti rispetto ai giorni scorsi.

Il paziente sembra reagire bene anche psicologicamente, ha infatti spiegato che adesso si trova in reparto con altre due persone e che, sì, è attaccato all’ossigeno per respirare, ma nulla di grave.

“Dopo aver fatto il primo tampone per il coronavirus bisogna aspettare il secondo esito. In base a quello che emergerà i medici decideranno come intervenire e a quali cure ricorrere per risolvere il mio problema” ha spiegato.

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