In Italia il virus è più letale: ora la mortalità è salita al 9%

Nel nostro Paese il tasso di letalità riferito al Covid-19 è salito al 9% contro il 3,8% cinese. Ma i fattori da considerare sono tanti, a cominciare dal reale numero dei positivi

In Italia il virus è più letale: ora la mortalità è salita al 9%

I numeri sul nuovo coronavirus iniziano a fare paura ma per poterli analizzare è necessario saperli interpretare nel modo corretto. In Italia, ad esempio, il tasso di letalità riferito al Covid-19 è salito al 9% contro il 3,8% cinese.

Questi dati, spiega Il Corriere della Sera, potrebbero tuttavia essere falsati da numerosi aspetti. Prima di proseguire è doveroso distinguere due concetti che spesso vengono confusi: il tasso di letalità è il rapporto tra morti per una certa malattia e il numero totale dei soggetti affetti da quella stessa malattia; il tasso di mortalità, invece, è il rapporto tra il numero di morti sul totale della popolazione media.

Il confronto con gli altri Paesi

Detto questo, una domanda appare quanto mai doverosa. Perché in Italia ci sono così tanti morti, molti più rispetto a Cina, Germania e Spagna? L'eccezionalità del caso italiano ha molteplici risposte, a cominciare dalla storia clinica delle persone decedute, che presentano altre patologie pregresse. C'è poi da considerare l'aspetto sociale degli stretti rapporti tra figli, nonni e nipoti, senza poi considerare la misurazione dei positivi e quanto accaduto all'interno degli ospedali.

L'ultimo bollettino parla di quasi 60mila contagiati, circa 20mila in ospedale e poco meno di 3mila ricoverati in terapia intensiva. I morti, intanto, sfiorano le 5mila unità. Questo in Italia, ma altrove? In Spagna, leggendo i dati aggiornati a sabato 21 marzo, oltre 25mila positivi e più di 1.300 decessi; in Germania i morti sono 84 a fronte di 22.213 casi.

Allargando il discorso alla Cina, oltre la muraglia si contano 3.259 vittime con un tasso di letalità del 3,8%. In Italia, come detto, lo stesso tasso sale al 9%, addirittura al 12,1% in Lombardia. A Wuhan, epicentro cinese dell'epidemia, le cifre si attestavano attorno al 5,8% mentre nel resto della Cina si è fermato allo 0,7%.

I fattori da considerare

Tanti sono i fattori da considerare per giustificare differenze così evidenti. Intanto le cifre dipendono dalla quantità dei soggetti positivi tracciati. Dunque, in Italia, possiamo fare la seguente ipotesi: notiamo più morti perché i pazienti contagiati sono in realtà molti di più rispetto a quelli registrati.

Uno studio pubblicato sulla rivista Science ipotizza addirittura che per ogni positivo ve ne siano almeno 5-10 non censiti. Se davvero i contagiati fossero fino a dieci volte tanto i numeri oggi riportati, ecco che la percentuale di letalità italiana calcolata rispetto alla nazione scenderebbe su valori vicini a quelli cinesi.

Per gli esperti altre aggravanti, oltre all'avanzata età della popolazione italiana, sono da ricercare nel fatto che i morti avessero quasi

sempre patologie pregresse e concomitanti e nella grandezza del focolaio lombardo. In Lombardia, infatti, in un primo momento, erano coinvolti 10 paesi tra i quali gli spostamenti lavorativi erano notevoli.

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