Nuova speranza per combattere il Coronavirus. Dopo i farmaci Tocilizumab, Plaquenil (derivato della clorochina) ed Avigan (Favipiravir), già in via di sperimentazione in molti ospedali italiani, si comincia anche a parlare dell'utilizzo della ozono-terapia.
Di ossigeno-ozono terapia, in realtà, si discute da tempo. Da prima che si scatenasse l'emergenza Coronavirus. Si tratta di un metodo di cura che consiste nel somministrare una miscela di tipo gassoso che vede combinati insieme ozono e ossigeno. Utile nel trattamento dell'ernia del disco o di certi tipi di infiammazione muscolare, così come per combattere il virus dell'epatite o altre infezioni, potrebbe essere una valida alleata nella lotta contro il Covid-19. L'ozono, infatti, può avere un'azione sia antibatterica che antivirale.
A parlare dell'efficacia della terapia il suo stesso scopritore, il dottor Marianno Franzini, presidente della Sioot (Società scientifica di ossigeno-ozono terapia). Di origini bergamasche, Franzini si è subito messo a disposizione per testare la cura sui tanti pazienti che adesso stanno combattendo contro la malattia, ricordando che questa aveva già dato buoni risultati quando in passato fu utilizzata per contrastare gli effetti della Sars, quando scoppiò nel 2002.
Gli effetti benefici dell'ozono sono comprovati e, secondo il medico bergamasco, la terapia potrebbe migliorare l'effetto dei farmaci somministrati ai pazienti, aumentando di molto la possibilità di guarigione. "L’ozonoterapia blocca la replicazione del virus nel caso di una virosi. Basta una prova di mezz’ora e vedremo che è efficace anche sul coronavirus, che non è un virus particolarmente aggressivo", spiega Franzini, sicuro delle capacità della cura, come riportato da "Il Giorno".
A ciò va aggiunto anche il fatto che i macchinari utilizzati per somministrare la terapia hanno costi poco elevati, e possono essere utilizzati nel medesimo tempo da più pazienti. Si tratterebbe, dunque, di una cura sostenibile dal punto di vista economico. Ad occuparsi della produzione della macchine sarebbe la società "Multiossigen", che ha sede a Gorle (Bergamo)."Sono già una decina gli ospedali lombardi, piemontesi e dell’Emilia Romagna con cui siamo in contatto. È una terapia che può portare risultati immediati e che libererebbe posti letto", continua Franzini.
I dati riportati, anche dopo studi clinici effettuati sul trattamento delle polmoniti virali, sono incoraggianti. Inzialmente si era parlato di una risposta favorevole da parte dell'Iss, smentita oggi da un comunicato. "Non rientra nei compiti dell'Istituto superiore di sanità rilasciare questo genere di autorizzazioni", si legge nella nota, come riportato da "Adnkronos".
"L'Iss non ha rilasciato un'autorizzazione in tal senso ma, in un carteggio informale, ha invece sottolineato che le evidenze portate a sostegno dell'utilizzo di questa terapia per il trattamento di Covid-19, dovrebbero essere confermate, visto l'obiettivo terapeutico, da una sperimentazione autorizzata dall'Agenzia Italiana del Farmaco. Nello stesso carteggio sono state date indicazioni per eventuali approfondimenti di tipo sperimentale".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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