Il coronavirus continua la sua corsa e, lungo il suo percorso, ha incontrato finora pochissimi ostacoli. Ma adesso, l'Italia sta reagendo, sia dal punto di vista della prevenzione, grazie alle nuove misure emanate dal governo, che ha trasformato il Paese in un'unica zona di sicurezza, sia per quanto riguarda la cura della malattia. Sono diversi, infatti, i farmaci usati per trattare il contagio da Covid-19. Tutti vengono somministrati in via sperimentale, ma alcuni medicinali sembrano avere un effetto maggiore rispetto ad altri. A fare il punto sulle cure che si stanno dimostrando efficaci nella lotta al virus è Massimo Galli, primario di Malattie infettive III all'ospedale Sacco di Milano, che al Corriere della Sera ha spiegato le terapie usate.
"Sia in Cina che in Italia, ma anche in altri Paesi- spiega Galli-i pazienti vengono trattati per breve tempo con la combinazione lopinavir/ritonavir". Si tratta di farmaci usati a lungo per contrastare l'Aids, che sono in grado di bloccare la proteasi, cioè "l'enzima che spezza le lunghe molecole di proteine": la loro somministrazione non è semplice e gli effetti collaterali sono importanti, ma sembra uno dei farmaci in grado di concorrere a fermare l'avanzata del virus. L'uso di questi due farmaci era stato annunciato anche dall'Organizzazione mondiale della sanità. Nella terapia si può aggiungere anche la clorochina, che era già stato usato contro la malaria.
"Un'altra possibilità che si sta rivelando interessante è rappresentata da remdesivir", ha detto Galli. Si tratta di un farmaco non ancora in commercio, che era stato usato in passato per cercare di curare l'Ebola, ma non aveva avuto grande successo. "La molecola- spiega l'esperto- è in grado di bloccare la replicazione del virus, dando un segnale di 'fine catena'".
Per il momento, tutti questi farmaci vengono somministrati in via sperimentale ma, assicura il medico del Sacco, "in tempi brevi partiranno degli studi volti a dimostrare la loro reale efficacia contro Covid-19: questo permetterà di arrivare a protocolli terapeutici condivisi".
I medici si affidano poi a tocilzumab che sembra essere in gradi di bloccare l'interleuchina-6, una proteina del sistema immunitario, "parte della cosiddetta 'tempesta citochinica' che si verifica nei casi più gravi dell’infezione". Il primario di Malattie infettive spiega che "nella storia naturale della malattia si susseguono, dopo l’incubazione, una fase di invasione virale, la reazione immunitaria e una terza fase di distruzione polmonare". E tocilzumab sarebbe in grado di aiutare il paziente "a uscire dalla gase più critica".
Per cercare di combattere il Covid-19, è stata presa in considerazione anche una cura basata sul plasma delle persone guarite, grazie al quale i pazienti sani riceverebbero gli anticorpi contro il coronaviru.
"Si tratta- secondo quanto riferisce Galli al Corriere- di una strada tentata per contrastare Ebola in Africa, che non si è rivelata particolarmente efficace". Un'altra possibilità sarebbero le cellule staminali, che però non risulta applicabile ad oggi, a causa del numero elevato di pazienti malati.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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