Coronavirus, mai così tanti guariti in Italia

Il numero totale dei guariti sale a 26.491 (+2.099). Calano ricoverati e pazienti in terapia intensiva. 17.669 i decessi (+542)

Coronavirus, mai così tanti guariti in Italia

È record di guariti. Sono oltre 2mila le persone guarite dal coronavirus nelle ultime ore (2.099) che fanno salire il totale a 26.491 (ieri l'aumento sul giorno precedente era stato di 1.555). "Negli ultimi 10 giorni abbiamo registrato il 50% dei guariti dall'inizio dell'emergenza", ha sottolineato il capo della Protezione Civile. Continua inoltre a scendere il numero dei pazienti ricoverati in terapia intensiva: oggi sono 3.693, 99 meno di ieri. Cala anche il dato sui ricoverati con sintomi che hanno raggiunto quota 28.485 persone (-233).

Per quanto riguarda i nuovi malati, ad oggi ci sono 95.262 positivi nel Paese: 1.195 contagi in più mentre ieri si erano registrati 880 nuovi casi. Oggi però è stato effettuato un numero di tamponi record (oltre 50.000) e l'incidenza dei positivi è solo del 7,4 per cento. Resta ancora alto il numero delle vittime. Nelle ultime 24 ore sono morte 542 persone (ieri i decessi sono stati 604) che portano il totale dei decessi a quota 17.669. Dall'inizio della diffusione del coronavirus nel Paese, il numero complessivo dei contagiati (comprese le vittime e i guariti) ha raggiunto quota 139.422 (3.836 persone in più rispetto a ieri). Sono questi i dati indicati dal capo della Protezione civile Angelo Borrelli nel corso della conferenza stampa quotidiana sull'emergenza coronavirus.

"I passi preliminari per pensare alla riapertura sono parecchi, avendo visto l'andamento della curva epidemica anche oggi non siamo in diminuzione, siamo in rallentamento ma siamo di fronte a un plateau, che si abbassa progressivamente in maniera assai lenta. Questo significa che c'è un serbatoio di positivi asintomatici che continuano a veicolare il virus". Lo ha dichiarato Ranieri Guerra, direttore aggiunto dell'Oms. "Si può predisporre una valutazione del rischio di riapertura per età - ha aggiunto - per tipo di lavoro, area geografica, sempre con un occhio a una riduzione marcata della curva che ancora non c'è. Siamo in un momento dove si comincia a vedere la luce ma l'allarme è tutt'ora massimo. Non credo che il governo voglia procedere alla riapertura senza tenere in considerazione questa rischiosità che al momento è ancora molto alta". Prioritario, per Guerra, è effettuare "test a campione per capire quale sia stata la distribuzione del contagio comprendendo gli asintomatici e chi non è stato sottoposto a diagnosi. Questo è fondamentale per capire anche come riaprire al lavoro".

"Sulle linee guida per la fase due il dibattito è acceso - ha poi aggiunto -. La raccomandazione sarà quella di una riapertura per fasi progressive in modo da contenere la possibile riaccensione della fiammata epidemica. Sarebbe deleterio vanificare i sacrifici fatti ora che siamo a un passo dalla prospettiva di vittoria. Ma non abbiamo ancora vinto. È il momento di serrare le fila perché possiamo arrivarci". "Dobbiamo continuare a mantenere alta la guardia - ha invece aggiunto il capo della Protezione civile - e mettere in pratica i comportamenti consigliati dagli esperti per evitare la diffusione del virus".

Lombardia

"Siamo in una fase discendente, ma la battaglia si vince se restiamo ancora a casa". Lo ha dichiarato l'assessore al Welfare della Regione Lombardia, Giulio Gallera, nel corso dell'aggiornamento quotidiano sull'emergenza coronavirus. Dall'inizio della diffusione del virus cinese in Lombardia sono stati registrati 53.414 casi, con 1.089 positivi in più rispetto a ieri quando l'aumento sul giorno precedente era stato di 791. "Un dato migliore rispetto a quello di ieri in proporzione ai tamponi fatti. È quindi un dato positivo", ha precisato Gallera. I ricoverati sono 11.719, 114 in meno rispetto a ieri. In terapia intensiva ci sono 1.257 pazienti, 48 in meno rispetto a ieri. Nelle ultime 24 ore in regione si sono registrati 238 decessi che portano il totale a 9.722 (ieri le vittime sono state 282). "Un dato che ogni giorno si riduce. Questo è l'ultimo dato negativo rimasto", ha continuato Gallera.

Nella provincia di Bergamo i casi di coronavirus sono arrivati a quota 9.931. Rispetto a ieri, la crescita è di 63 unità. A Brescia invece si sono accertati 315 nuovi casi e il totale è arrivato a 9.906. "Questo è un dato in crescita perché si processano più tamponi", ha sottolineato l'assessore. Nella provincia di Milano "siamo arrivati a 12.039 positivi, 252 più di ieri quando si erano registrati 249 casi sul giorno precedente". Per quanto riguarda invece la città di Milano, i contagi sono saliti a quota 4.824 (+80, mentre ieri l'incremento era stato di 99). "Non dobbiamo allentare la pressione adesso. Dobbiamo fare una Pasqua a casa, sarà strano, ma il traguardo è vicino e lo vogliamo raggiungere. Dobbiamo essere fortemente determinati", ha aggiunto l'assessore.

Lazio

"Oggi registriamo un dato di 117 casi di positività e si conferma la frenata con un trend al 2,8%. C'è inoltre un'inversione di tendenza tra coloro che escono dalla sorveglianza domiciliare (13.936) e coloro che sono entrati in sorveglianza (12.604). Ora non bisogna mollare e continuare a tenere alto il livello di attenzione". Lo ha dichiarato l'assessore alla Sanità e l'Integrazione Sociosanitaria della Regione Lazio, Alessio D'Amato.

"Sono in continua crescita i guariti - ha aggiunto - che salgono di 28 unità arrivando a 574 totali, i decessi nelle ultime 24 ore sono stati sei mentre sono stati eseguiti oltre 55mila tamponi".

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