L'emergenza legata al Coronavirus, che soltanto in Italia ha superato la soglia dei 10 mila casi, non si arresta ed il Covid-19, purtroppo, continua a far aumentare il numero dei contagiati.
In un mondo sempre più sensibile ai cambiamenti climatici, è stata interpellata un'esperta per capire se, effettivamente, le condizioni meteo potranno, ed in che modo, cambiare la diffusione del virus. Sara Mazzilli, intervistata dal team del IlMeteo.it, dottoranda in "Data science applicata all'epidemiologia" alla Scuola Normale Superiore di Pisa, ha chiarito alcuni punti in merito alla correlazione tra l'epidemia di Coronavirus e le situazioni meteorologiche.
Il caldo fermerà il Coronavirus?
Andando incontro alla stagione estiva, la speranza è che l'arrivo del caldo, come quello fuori stagione che sperimenteremo nelle prossime ore, possa rallentare o fermare l'epidemia. Ma la Dottoressa Mazzilli è stata molto cauta. "Nella nostra area climatica, molti dei virus che infettano le vie respiratorie seguono una stagionalità, ovvero i casi di infezione diminuiscono con l’arrivo dell’estate. Molti esperti sostengono che sarà così anche per il Covid-19 - ha dichiarato la Mazzilli - Non dobbiamo dimenticarci, però, che la popolazione non è mai entrata in contatto con questo nuovo virus nè ha mai sviluppato anticorpi. Quindi, anche qualora il Coronavirus seguisse una stagionalità, è probabile che continueremo a vedere, anche in estate, un maggior numero di casi rispetto ad altre malattie infettive che il nostro sistema immunitario ha già avuto modo di conoscere".
Nessuna certezza nemmeno con un clima umido
Insomma, trattandosi di un virus mai visto prima che non veicola un normale raffreddore, nemmeno gli esperti possono essere certi su quello che accadrà con l'arrivo del caldo. Se, quindi, l'anticiclone africano non è detto sia in grado di sconfiggere il Covid-19, cosa potrebbe accadere in caso contrario, ovvero con piogge e clima umido, come quelle attese per il prossimo fine settimana? "Le precipitazioni, e più precisamente l’elevata umidità, rallentano la circolazione di agenti patogeni come quello dell’influenza nell’ambiente, ovviamente in luoghi chiusi è comunque facile che una persona infetta trasmetta il patogeno - ha dichiarato la Mazzilli - Non ci sono al momento studi specifici riferiti al Covid-19".
Il global warming veicola i virus degli insetti
Oltre all'emergenza sanitaria mondiale che stiamo vivendo, il ben noto global warming ha già provocato l'aumento delle malattie infettive trasmesse dagli insetti. "Con il cambiamento climatico, habitat che prima erano proibitivi per la sopravvivenza di insetti tropicali diventano ideali per la loro diffusione - ha specificato la Dott.
ssa Mazzilli - Per fare un esempio concreto: dopo l’introduzione in Italia ed in Europa della zanzara tigre, abbiamo iniziato a vedere durante le nostre estati piccoli focolai di patologie virali tipicamente tropicali come la "febbre dengue" e la Chikungunya. Fortunatamente, i nostri inverni riescono a bloccare la diffusione di queste epidemie, ma in estate le condizioni climatiche sono ormai ideali per la loro propagazione".
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