Coronavirus, padre Sorge lancia lo slogan anti-Salvini

Padre Bartolomeo Sorge, in funzione dell'emergenza dovuta al coronavirus, attacca ancora Matteo Salvini. Il gesuita lancia "prima i bisognosi"

Coronavirus, padre Sorge lancia lo slogan anti-Salvini

Padre Bartolomeo Sorge, gesuita ed ex direttore de La Civiltà Cattolica, si è distinto ancora per anti-salvinismo. Il coronavirus è l'argomento che in questi giorni il consacrato ha scelto per prendere le distanze dalle posizioni espresse dal leader leghista.

Non è più una novità, ma l'ecclesiastico italiano non nasconde di non apprezzare la linea di Matteo Salvini. Per Sorge "prima gli italiani" non può funzionare. Ora che c'è un problema del tutto nuovo, poi, quello slogan avrebbe certificato di essere "fallace". Il mantra lanciato dal gesuita è dunque "prima i bisognosi". Si tratta sorta di contromossa tanto comunicativa quanto idealistica. Una indicazione che, per uno dei massimi esponenti del progressismo cattolico-democratico, andrebbe "sempre" posta al primo posto. E che ovviamente contrasta con il messaggio leghista. Padre Sorge, che aveva già espresso simpatia e sostegno nei confronti delle "sardine", continua ad esprimersi mediante Twitter.

Sono due i cinguettii con cui il gesuita è sceso in campo, ponendo l'accento su come "prima gli italiani" non sia, almeno dal suo punto di vista, un atteggiamento in grado di affrontare la situazione emergenziale dovuta all'esplosione dei contagi. Le posizioni di padre Bartolomeo Sorge sono state riportate anche dall'Adnkronos. "Coronavirus in Italia. Chi curare? “Prima i padani”? “Prima gli italiani”? O prima i “contagiati” (chiunque essi siano)?". Questa è la prima argomentazione esposta dall'ecclesiastico. Poi, un giorno dopo, l'uomo, che nella sua vita ha diretto anche la rivista Aggiornamenti Sociali, ha rincarato la dose, specificando la sua visione delle cose: "Ripeto. La necessità, in vista del bene comune, di curare anzitutto qualsiasi contagiato ha mostrato la fallacia dello slogan “prima gli italiani”. “Prima i bisognosi”, sempre!". Matteo Salvini, però, continua ad insistere sulla necessità di "difendere gli interessi nazionali".

Qualche giorno fa, era stata la volta di padre Antonio Spadaro, attuale direttore de La Civiltà Cattolica. Lo "spin doctor" di Papa Francesco - come viene definito da qualche fonte - aveva attaccato i sovranisti in relazione alla narrativa che sarebbe alimentata in relazione al coronavirus: "Mentre politici irresponsabili usano la paura contagio per diffondere il consenso", aveve twittato l'altro gesuita, tra le varie questioni sollevate.

Certi emisferi della Chiesa cattolica, quindi, ritengono che i sovranisti stiano cavalcando la tigre della paura. Non tutti la pensano così, anzi.

Gruppi consistenti di fedeli, in specie sui social, stanno sostenendo la necessità di sospendere Schegen o comunque di limitare gli accessi. La gestione dei confini, con il coronavirus, è divenuta - se possibile - oggetto di discussioni più divisive del solito. Ma per i sacerdoti progressisti la strada da intraprendere è una sola.

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