Papa Francesco è uscito dal Vaticano, per pregare per la fine della pandemia dovuta al coronavirus. Jorge Mario Bergoglio ha scelto due luoghi precisi: la chiesa di San Marcello al Corso, dove si trova un crocifisso miracoloso e la Salus populi Romani di Santa Maria Maggiore. Il pontefice argentino si è prima recato nella Basilica e poi nella chiesa che si trova vicino piazza Venezia. Il fine della mossa del Papa è quello immaginabile: il Papa ha voluto pregare affinché la pandemia che sta sconvolgendo l'intero mondo termini. Vale la pena sottolineare come il crocifisso prima indicato abbia per i romani e per i cattolici in generale un valore particolare: è stato fondamentale per proteggere l'Urbe durante la peste del 500.
La Salus populi, invece, è la stessa che Jorge Mario Bergoglio ha scelto di pregare poco dopo essere stato eletto al soglio di Pietro. In Vaticano l'attenzione è massima: le udienze sono state sospese; molti uffici sono chiusi; risultano essere aperti soltanto la farmacia e il supermercato, nei quali però si accede attraverso ingressi "contingentati", così come comunicato qualche giorno fa dal direttore del Sala Stampa Matteo Bruni. Lo stesso che oggi ha dato la notizia della doppia visita papale. Come ripercorso dall'Adnkronos, il Vaticano ha parlato di "due intense preghiere".
Nel pomeriggio di oggi, dunque, Francesco ha probabilmente compiuto un gesto che entrerà nei libri di storia. Sappiamo quali e quante siano le contromisure adottate dalle autorità affinché le persone, anche quelle di una certa età, non abbandonino le proprie case. Ma il Papa è il Papa, ossia il vertice assoluto della Chiesa cattolica ed il vescovo di Roma.
Il gesto dell'ex arcivescovo di Buenos Aires potrà essere così associato a quello di un altro vescovo della diocesi romana, Pio XII, che scese tra la gente di San Lorenzo durante un bombardamento della seconda guerra mondiale. Quella di oggi non è una guerra, ma le persone sono sottoposte ad una difficilissima "prova", come l'ha chiamata Bergoglio in uno degli ultimi discorsi pubblici. Una "prova" che comporta anche molte "sofferenze".
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