Pronta la stretta su feste e nozze: cosa cambia con il nuovo Dpcm

Sarà vietato sostare in piedi fuori dai locali. Le aziende dovranno incentivare lo smart-working

Pronta la stretta su feste e nozze: cosa cambia con il nuovo Dpcm

A pochi giorni ormai dal nuovo Dpcm che dovrebbe varare il governo, si cominciano a intravvedere quali saranno le norme da adottare. La stretta dell’esecutivo, guidato dal ministro della Salute Roberto Speranza e dal ministro per gli affari regionali e le autonomie Francesco Boccia, sembra concentrarsi sul divieto di assembramento. La parola d’ordine è quindi stop alle feste, private e non, che possono favorire la diffusione del contagio e nuovi focolai. Vietate quelle in programma in luoghi o locali pubblici. E per quanto riguarda i matrimoni, gli invitati non potranno superare il numero massimo consentito di 30 persone. Anche i party privati avranno vita difficile, qui il numero massimo di partecipanti sarebbe già stato individuato: non più di dieci persone. Ovviamente in questo caso, essendo appunto feste private, non sarà molto facile controllare la situazione. Tutto nascerebbe dall’indicazione arrivata al governo dagli esperti dell’Istituto superiore di sanità: "È essenziale evitare eventi ed iniziative a rischio aggregazione in luoghi pubblici e privati”.

Locali chiusi alle 24

Palazzo Chigi, per aiutare il ministro Speranza, ha deciso di rimandare il vertice sull’emergenza, per dare probabilmente un po’ più di tempo al ministro per raccogliere le idee. Anche se, ufficialmente, il motivo era riconducibile a difficoltà in agenda. Feste private a parte, sul tavolo del premier Giuseppe Conte e capi delegazione e anche il divieto di somministrazione di alcolici da asporto nei locali dopo le 22. Oltre al divieto di consumo di alcolici nelle aree pubbliche e di fronte a bar e locali in cui non si potrà stare dalle 21 alle 6. Secondo questa norma si potrà entrare nelle sale o rimanere all’aperto, solo se seduti al tavolo e nel caso venga garantito il distanziamento tra le persone. In caso contrario si dovrà andare via. E stop alla movida, con il divieto di assembramento davanti ai bar dalle 21 e chiusura di locali e ristoranti anticipata alle 24.

Mascherine in casa

Probabilmente verranno imitali gli accessi ai ristoranti e ci saranno nuove restrizioni anche per cinema e teatri, già messi a dura prova: per il momento possono ospitare un massimo di 200 spettatori, nonostante la capienza massima di alcuni sia quasi di mille persone, come nel caso di importanti e grandi teatri italiani, tra i quali il teatro Manzoni di Milano. Difficile che molti di questi riescano a riaprire. Il governo sta vagliando tra l'altro l'ipotesi di una forte raccomandazione affinchè le mascherine siano indossate anche nelle case se in presenza di non conviventi ("Qui ci sono i maggiori contagi"), oltre al divieto di feste private e la conferma della limitazione delle presenze in congressi e manifestazioni pubbliche al chiuso (massimo mille persone all'aperto se consentito dalle condizioni). Vietato lo sport da contatto amatoriale e il calcetto.

Nodo dei trasporti pubblici

Già domani potrebbe arrivare un allentamento per i treni ad alta velocità con la possibilità di andare oltre il 50% previsto adesso, ma su bus e metropolitane si solleciterà un potenziamento dei controlli per far rispettare le regole mantenendo la distanza sia per chi sta seduto che per chi viaggia in piedi.

Incentivo allo smartworking

Un altro punto riguarda le sanzioni per coloro che non indossano la mascherina su naso e bocca, che il governo vorrebbe inasprire, ma che gli enti locali sostengono sia complicato da attuare. Meglio multe più basse ma certe. Infine una raccomandazione alle aziende e agli uffici pubblici, affinché incentivino lo smart-working tra i lavoratori. Secondo gli esperti: “I luoghi di lavoro si sono dimostrati fin dalla fase acuta un importante serbatoio di infezioni, non solo in ambienti a rischio specifico, come quello sanitario, ma anche in contesti che, in Italia e non solo, sono stati caratterizzati da cluster anche di notevoli dimensioni, ad esempio nel settore agroalimentare (aziende agricole, trasformazione delle carni, mercati) e in quello delle spedizioni mediante corriere. Inoltre, la ripresa delle attività lavorative in presenza, anche se in percentuali variabili a seconda dei settori, potrebbe contribuire alla attivazione di ulteriori focolai epidemici”.

I tre scenari possibili

L'obiettivo dell'esecutivo è scongiurare il ritorno alla fase acuta della pandemia e un nuovo lockdown, ma se sarà necessario potrebbero essere adottare misure più restrittive delle attuali. Gli scenari, secondo quanto emerge dalla varie ipotesi, sono tre, a seconda della gestibilità della diffusione del virus. Si potrebbe passare, dunque - questo il primo scenario - dal rafforzamento del distanziamento con zone rosse locali, smartworking e chiusure di istituti scolastici a seconda del numero di contagi registrati. Una stretta accompagnata alla contrazione degli orari di apertura dei locali e di bar e ristoranti, e delle modalità di frequentarli. Ancora non completamente esclusa l'ipotesi del divieto di spostamenti tra regioni e di riduzione del numero di ore di lezione scolastiche in presenza.

Una serie di restrizioni che dovrebbero tornare a coinvolgere il numero massimo di invitati a cerimonie come i matrimoni, ma anche a semplici cene in case private. Questo è ciò che è emerso dal vertice di questa sera fra Conte e i capi delegazione.

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