Sono di corruzione, truffa, frode nelle pubbliche forniture e falso le accuse rivolte a due persone che sono finite in manette in relazione alla vicenda dell'ospedale San Camillo, con altre sei raggiunte da misure cautelari.
A far partire le indagine dei carabinieri, coordinti a Roma dal procuratore aggiunto Paolo Ielo, sono state le presunte irregolarità nei lavori legati ai padiglioni Casa Accoglienza e Marchiafava dell’Azienda Ospedaliera San Camillo-Forlanini, che hanno portato a pericolosi cedimenti strutturali verificatisi nel mese di agosto 2016.
Dagli accertamenti è emerso un "arbitrario esercizio dei poteri pubblici rivestiti, utilizzati nell'esclusivo interesse delle ditte esecutrici dell'opera, con la consapevole e quotidiana omissione dell'esercizio dei poteri e doveri di controllo, culminata, in più circostanze, con la volontaria
falsificazione di atti riguardanti certificazioni di costi sostenuti per realizzare i lavori".Somme di denaro ingiustificate vennero versate a dipendenti pubblici, mascherate sotto forma di retribuzione da lavoro dipendente.
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