"Così hanno truccato il concorso per giudici"

Pierpaolo Berardi nel 1992 partecipa al concorso in magistratura per uditore giudiziario: la sua prova non sarà mai corretta

"Così hanno truccato il concorso per giudici"

Una vicenda che fa riflettere. A volte partecipare a un concorso non basta. Far bene tutte le prove potrebbe non essere sufficiente per ottenere un posto. Ed è questa la storia che racconta a La Stampa l'avvocato Pierpaolo Berardi. Nel 1992 partecipa al concorso in magistratura per uditore giudiziario. Le prove di diritto romano e amministrativo filano via lisce come quella di diritto penale. Poi la doccia gelata con i risultati: Berardi viene bocciato. Ed è a questo punto che il legale comincia una lunghissima battaglia per capire cosa sia successo durante quelle prove. "I mie temi e quelli di altri non vennero assolutamente corretti. Ho calcolato i tempi: tre prove giuridiche complesse per ogni candidato e grafie diverse possono essere corrette ed esaminate riportando voti e verbale per ciascuno in 3 minuti? Evidentemente no", spiega dopo aver visto gli atti e dopo un duello col Csm e col Ministero della Giustizia. Poi proseguono le beffe. Berardi può visionare gli scritti degli altri partecipanti e così scopre che alcuni temi sono scritti con doppia calligrafia e con diversi errori giudiziari.

A questo punto il Tar il Csm danno l'ordine di correggere i suoi temi. Non viene nominata una commissione ma viene riproposta quella del 1992. Il Csm, terminata la correzione, ammette che il test di Berardi non era stato corretto. Ma nessuno ha finora pagato per l'errore.

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