Così vive un "italian sniper"

Come si addestra un tiratore scelto. Quali sono le sue caratteristiche e le sue regole di ingaggio. Ecco tutti i segreti dei nostri migliori sniper

Così vive un "italian sniper"

"Sniper", ovvero tiratore scelto. Dopo l’uscita del film di Clint Eastwood, questa parola è entrata a pieno titolo nel nostro vocabolario. Ma chi sono realmente gli “italian sniper”? Come si addestrano? Quale ruolo svolgono nelle missioni di peace keeping? E la vita dei nostri tiratori scelti è davvero simile a quella dell’“american sniper” Chris Kyle? Nel 186esimo reggimento paracadusti “Folgore” vengono selezionati alcuni tra i migliori tiratori scelti del nostro Esercito. Svolgono il loro lavoro nel silenzio. Lontani da occhi indiscreti. Tengono il mirino sempre fisso sul bersaglio. Sono gli angeli custodi dei nostri soldati.

Sei un tiratore scelto. Anzi: paracadutista e tiratore scelto. Perché hai fatto questa scelta?

Fin da ragazzo seguivo mio padre nella caccia di selezione e facevo prativa con varie armi. A partire da questa esperienza ho sviluppato una forte inclinazione al tiro di precisione. Una volta diventato paracadutista della Folgore, queste mie doti mi hanno portato a condurre un addestramento mirato per diventare tiratore scelto. Mi ricordo ancora che ho rinunciato a parte della mia licenza per preparare alcuni materiali per seguire il corso per diventare tiratore scelto. Avrei sacrificato anche tanto altro pur di seguire

Come si addestra uno “sniper”? E quali armi ha in dotazione?

Negli ultimi anni, è stata data maggior attenzione all’addestramento dei tiratori scelti. Il programma addestrativo è molto importante ed è uno dei più duri che abbia mai seguito. Ci inculcavano tantissime nozioni, andavamo a letto tardi e ci alziamo prestissimo. Un aspetto fondamentale dell’addestramento è quello di portare il tiratore all’osservazione, ovvero ad avere il compito di scoprire tutto ciò che fa il nemico, di osservare l’area. Bisogna poi imparare a conoscere il terreno e l’ambiente circostante, muovendosi lentamente, fino a arrivare nel luogo desiderato per assolvere le missioni. Per quanto riguarda le armi, non c’è un’arma particolare. Deve essere scelta in base alla missione. Durante i corsi però ci hanno fatto usare dei semiautomatici calibro 5.56, un calibro 50 semiautomatico un 338 Lapua Magnum.

Sei stato in missione in Kosovo, in Libano e due volte in Afghanistan (Kabul e Gulistan). Hai conosciuto il nemico, sei entrato nella sua terra. Hai dovuto guardare le spalle ai nostri soldati. Ci sono mai state situazioni realmente pericolose tali da giustificare un tuo intervento? Quali sono le regole di ingaggio?

Quando un tiratore scelto è posizionato in un punto determinato, significa che esiste una reale situazione di pericolo. Quello è il momento in cui il tiratore scelto è pronto a coprire i propri commilitoni.

Non ci sono regole di ingaggio particolari. Ci atteniamo a quelle fornite dal luogo di operazione. Il compito di un tiratore scelto è quello di proteggere con precisione letale dall’alto dei tetti e da alcune postazioni occulte il resto dei commilitoni.

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