Cosa succede se la condanna arriva con 14 anni di ritardo?

La storia di Andrea Bufano, ex rapinatore, oggi scrittore, costretto a tornare in carcere per reati commessi "in un'altra vita"

Cosa succede se la condanna arriva con 14 anni di ritardo?

La giustizia presenta il conto con 14 anni di ritardo e Andrea Bufano, 38enne salentino dal passato burrascoso, torna in carcere dopo un lungo e difficile percorso di rieducazione e reinserimento nella società."Non sarà di certo questo arresto, dovuto a errori commessi 14 anni fa, a calpestare e intralciare il percorso di recupero che avevo avviato già da tempo e che riprenderò quando uscirò dal carcere di Borgo San Nicola di Lecce". In una lettera aperta, pubblicata su Facebook dal fratello, il 38enne racconta il suo dramma.

In giovinezza non si è fatto mancare alcun eccesso: cinque rapine, droga e gioco d'azzardo. Per i reati commessi ha scontato 6 anni e 8 mesi di galera. Poi, grazie all'indulto e alla liberazione anticipata, è tornato a casa. Tutto quello che ha fatto lo ha messo nero su bianco nel libro "La neve a giugno", scritto di suo pugno, e raccontato ai ragazzi di molte scuole salentine. Un percorso di rieducazione interrotto bruscamente da una sentenza della Cassazione che lo ha riportato in carcere per 3 anni, un mese e 17giorni, a distanza di tanto tempo, per un residuo di cumulo di pene legato a reati commessi tra il finire degli anni Novanta e il 2001.

"La giustizia ha fatto il suo corso", afferma il difensore, l'avvocato Giuseppe Milli. Peccato che per farlo, come troppo spesso accade, abbia impiegato tempi biblici. E che proprio una delle funzioni primarie della pena sia, almeno sulla carta, la rieducazione del detenuto. Il ritorno dietro le sbarre rischia di pregiudicare tutto quello che in questi anni Bufano ha provato a ricostruire: una vita normale, il volontariato in una cooperativa locale che gli ha permesso di svolgere lavori di pubblica utilità, qualche lavoretto col decespugliatore che ha comprato non senza difficoltà, e la scoperta della scrittura che lo ha aiutato a rielaborare i reati commessi e l'ultimo ingiusto arresto arrivato dopo gli scontri al termine della partita Lecce-Carpi del 2013, con le accuse di minaccia e resistenza aggravata a pubblico ufficiale. Il suo unico errore in questo caso fu quello di aver invaso il campo allo stadio. Un errore pagato però con gli interessi: un mese e mezzo nell' "inferno della Dozza di Bologna", per cui ha perso anche il lavoro che intanto aveva trovato, e 4 ai domiciliari. Solo dopo è arrivata l' assoluzione pronunciata dal gup Antonia Martalò, che intanto è divenuta definitiva perché non è stata impugnata dalla procura. Proprio l'ingiusta detenzione subita avrebbe determinato in lui la voglia di raccontarsi nel libro.

Ora Bufano è di nuovo in prigione e – sulla base della nuova condanna – dovrebbe restarci per oltre 3 anni. "Un periodo che appare infinito a chi oramai è estraneo alle logiche della delinquenza e del carcere", afferma il legale. Il 38enne è deciso a dedicare tutto questo tempo alla scrittura di un nuovo libro "L'ultimo incontro", in cui narrare le sue emozioni, ora che, da rieducato, è costretto a vivere dietro le sbarre.

"Nulla da dire sulla decisione della Cassazione dal punto di vista giuridico, tutto è stato fatto con enorme correttezza. Certo – sottolinea il difensore - da un punto di vista morale è brutto pensare che una persona che ha commesso l'ultimo reato nel 2001 oggi purtroppo debba tornare in carcere con un animo e una vita completamente diversi rispetto al passato. Può accadere che una persona, oramai immune da pensieri negativi, possa essere intaccata dall'ambiente che la circonda nell'istituto in cui è reclusa. Il mio compito, a partire dal 23 gennaio, quando la pena scenderà al di sotto dei tre anni, è quello di presentare istanza di affidamento in prova o di provare ad ottenere almeno gli arresti domiciliari, per scongiurare ogni rischio di questo tipo”

Bufano non è l'unico in Italia costretto a tornare (o andare) in carcere a distanza di tanti anni dal momento in cui ha commesso il reato. Non si conoscono le stime precise, ma di casi di questo tipo ce ne sono molti. Purtroppo i tempi della macchina giudiziaria sono noti.

Ma quanto è "giusta" una giustizia che arriva così tardi? "E se mi fossi sposato e avessi avuto figli nel frattempo, che cosa avrei dovuto raccontare a mia moglie e ai miei bambini quando i carabinieri sono tornati a prendermi?", chiede Bufano al suo avvocato. Purtroppo neanche lui a questa domanda sa dare una risposta.

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