Covid, cosa accadrà in autunno? La "profezia" degli esperti

I contagi potranno arrivare a anche 100mila ogni settimana ma poche ospedalizzazioni se si raggiungerà almeno la soglia dell'80% di immunizzati: ecco le "previsioni" di Bassetti e Di Perri

Covid, cosa accadrà in autunno? La "profezia" degli esperti

Mentre viene redatto questo pezzo, il nuovo bollettino giornaliero dei casi Covid-19 in Italia dice 3.117 nuovi casi ed un tasso di positività del 3,5%, mai così alto dal 10 maggio, in pratica più di due mesi e mezzo fa. Cosa sta succedendo?

Il pericolo si chiama variante Delta

Il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc), in una nota, sottolinea come varianti preoccupanti associate a una maggiore trasmissibilità sono state riscontrate nella maggior parte dei focolai di infezioni da rottura nelle strutture di assistenza. "Si prevede che si verificheranno focolai simili man mano che la circolazione della variante Delta e altre varianti aumenterà nella comunità". I dati di sorveglianza riportati all'Organizzazione mondiale della Sanità (Oms) e l'Ecdc mostrano che tra il 28 giugno e l'11 luglio 2021 la variante Delta era dominante nella maggior parte dei 19 su 28 Paesi che hanno riportato un sequenziamento genetico sufficientemente completo. Questa variante sarà il ceppo dominante a livello globale nei prossimi mesi ed è già stata identificata in quasi tutti i Paesi europei. "I contagi aumentano di più di quanto ci aspettavamo, me li sarei aspettati un po' più in là rispetto a quello che succede oggi. Rispetto ad un anno fa la situazione non è assolutamente paragonabile per tante ragioni e non solo per il vaccino: venivamo da un lockdown lungo, c'era una velocità di tracciamento diversa così come il numero dei tamponi, io non confronterei i due periodi, è come confrontare pere con mele", afferma in esclusiva per ilgiornale.it Matteo Bassetti, professore Ordinario dell'università di Genova e direttore Clinica Malattie Infettive del Policlinico San Martino.

Perché aumentano i contagi d'estate

Le motivazioni per cui il Covid, adesso, corre nuovamente è presto detto. "I contagi stanno aumentando perché abbiamo allentato, giustamente, le misure di contenimento che avevamo prima, è tutto riaperto e c'è una maggiore circolazione di persone soprattutto quelle meno vaccinate, cioè i giovani, e la variante Delta circola maggiormente, è un virus che si trasmette più velocemente", ci dice Bassetti. Il dato che va preso in considerazione, però, non è il numero dei contagiati, cioè le persone con un tampone positivo, ma quanti tra quelli contagiati finiscono in ospedale ed, a loro volta, in quanti finiscono in terapia intensiva o muiono: da un paio di settimane non c'è stato consequenzialmente un aumento dei ricoveri. "Almeno una parte, quella più delicata e fragile l'abbiamo messa in sicurezza con i vaccini. È evidente, però, questo aumento dei contagi deve stimolare le persone a vaccinarsi: seppur una piccola parte, chi prende il virus fa dei danni".

"Senza vaccino prima o poi si becca il virus..."

Rispetto alla variante Delta, l'efficacia dei vaccini con ciclo vaccinale completo, quanto proteggono? Un articolo sul New England Journal of Medicine, la rivista più importante e prestigiosa del mondo, parla di un'efficacia combinata: i vaccini a vettore virale intorno al 70%, quelli ad Rna come Pfizer dell'88% a dimostrazione che riescono a neutralizzare, comunque, questa variante del Covid. "Due dosi di vaccino sono in grado di coprirla: il messaggio che viene da questo lavoro è che si vaccini più gente possibile a tutte le classi d'età perché, prima o poi, il risultato sarà che la variante Delta se la becca. Io, francamente, preferisco non beccarmela vaccinandomi. Chi non si fa la vaccinazione, prima o dopo, cioè ad agosto oppure tra settembre e novembre se la becca perché ci sarà una circolazione talmente veloce e diffusiva che i non vaccinati se la prende. Poi, qualcuno la beccherà e non avrà grandi problemi, qualcun altro finirà in ospedale e qualcuno morirà", ci dice Bassetti. Rispetto all'Alfa, la variante Delta ha la caratteristica di essere molto più contagiosa: l'R con 0, che è la quantità di persone che si contagiano per ogni infetto, era 2,5 con il ceppo originale, cioé quello cinese, mentre con la Delta si arriva a 7, per ogni infetto se ne contagiano sette. "Se ad ottobre arriviamo ad avere una popolazione di soggetti intorno ai 15-16 milioni di non vaccinati, ha presenta come viaggerà veloce? E quanti rischiano di finire in ospedale? - incalza Bassetti - Oggi la variante Delta dà un quadro più simile ad un raffreddore perché sta colpendo vaccinati e giovani, ma cosa succederà in quella fascia d'età di 60enni e 80enni non vaccinata quando la variante circolerà? Il virus si comporterà esattamente come quello originale, farà dei danni. Oggi, rischiare di mettersi alla mercé di un virus mutato, diverso, non lo capisco".

"Autunno? Fino a 100mila contagi la settimana"

Con il ritorno a scuola, con gli autobus, treni e metropolitane affollate e le attività che non possono più essere chiuse, si rischia una situazione molto pericolosa. Una "profezia": andando avanti in questo modo, cosa potrebbe accadere ad ottobre? Cosa succederà con il Covid? "Se continuiamo con questi numeri, arriveremo ad avere almeno tra i 50mila ed i 75mila contagi la settimana tendente ai centomila che non porteranno, probabilmente, ad un aumento significativo delle ospedalizzazioni ma, a quel punto, speriamo di avere almeno l'80% della popolazione vaccinata", ci dice Bassetti. Vorrebbe dire doversi occupare del restante 20% "scoperto" considerando che per la maggior parte saranno giovani o persone sane. Discorso diverso se i non vaccinati dovessero essere di più, intorno al 30-35% stimato in questo periodo. "Saranno dolori: tra quei 100mila contagi qualcuno riguarderà anche chi finirà in ospedale e morirà, è qualcosa che non possiamo permetterci. Non ci stiamo rendendo conto che scherziamo con il fuoco: oggi, non vaccinarsi è da scemi e da pazzi. La gente non capisce quanto stia rischiando". A quel punto, per i non vaccinati si potrebbero aprire anche scenari da lockdown. "Il non vaccinato rischia di finire in lockdown perché se dovesse esserci questa circolazione di virus, alcune attività ai non vaccinati dovranno essere precluse".

La "previsione": cosa può accadere

Proviamo a fare una piccola previsione sull'autunno: cosa potrebbe accadere a settembre e ottobre? "Vorrei vedere consolidato il fatto che in ospedale si arriva molto meno di prima e verificare la possibilità che questa immunizzazione tenga abbastanza a lungo per avere il tempo di programmare il dopo", afferma al nostro giornale Giovanni Di Perri, Direttore del reparto di malattie infettive dell’ospedale “Amedeo di Savoia” di Torino. L'infettivologo ci dice che l'età media delle nuove infezioni è molto bassa, gran parte dei vulnerabili è immunizzata e da questo punto di vista la macchina sta funzionando ma siamo legati alle varianti del Covid: non è lo stesso virus dell'inizio, si trasmette di più e rispetto al primo risente un po' meno delle vaccinazioni. "A conti fatti, anche una risposta parziale al vaccino potrebbe scongiurare le manifestazioni gravi. Al momento è un dato che balla un po', sappiamo che la doppia vaccinazione protegge dall'ospedalizzazione in maniera molto valida mentre c'è il passaggio da una a due dosi in cui vediamo qualche infezione in più. Però, in questo momento, ci sono tre fattori consequenziali da considerare: si infettano soprattutto i non vaccinati, i non vaccinati sono soprattutto giovani ed i giovani si ammalano molto raramente", afferma Di Perri. A questo passaggio corrispondono anche delle eccezioni come gli ultra60enni non vaccinati e giovani che si ammalano di Covid nonostante l'età ma anche qualche vaccinato che non ha risposto come si sperava. "Speriamo che si mantenga questo equilibrio che dovrebbe migliorare con l'aumento della copertura vaccinale e vivere un autunno molto diverso da quello precedente. La possibilità che emerga una variante che sia molto poco sensibile ai vaccini è qualcosa che dobbiamo tenere in considerazione".

Ecco lo "scenario finale" del Covid

I contagi aumentano: la speranza è che si consolidi la dissociazione di rapporto tra aumento di contagi e occupazione ospedaliera che è il dato positivo che ci dice che i vaccini funzionano. "È chiaro che, un giorno, questo virus lo dovremo lasciare andare ma capiterà quando la popolazione vaccinata sarà in una percentuale molto più alta di quella di adesso e quando ci saremo accertati che questa variante e quelle che verranno saranno sensibili agli effetti del vaccino.

L'ipotesi dello scenario finale è trasformarlo in un virus come quello influenzale che avrà molta più difficoltà a far ammalare le persone ma che tutto sommato potrà essere gestito con una vaccinazione periodica almeno in quelle che saranno le fasce a rischio. Questo è un panorama ancora da scrivere, sono ipotesi plausibili di quello che potrà essere il prossimo teatro di operazione post emergenziale", conclude Di Perri.

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