Ecco quando arriva la pillola Pfizer anti Covid

Il contratto con la casa farmaceutica statunitense prevede la fornitura di 600mila trattamenti completi dell’antivirale Paxlovid

Ecco quando arriva la pillola Pfizer anti Covid

A febbraio ci saranno i primi arrivi in Italia della pillola anti-Covid prodotta dall’azienda farmaceutica Pfizer. Infatti nella giornata di ieri, giovedì 27 gennaio, la Struttura Commissariale del generale Francesco Paolo Figliuolo, d'intesa con il ministero della Salute, ha finalizzato con la casa farmaceutica Pfizer un contratto per la fornitura di 600mila trattamenti completi dell'antivirale Paxlovid nel corso dell’anno corrente. La distribuzione relativa alla prima tranche del farmaco, che è pari a 11.200 trattamenti, avverrà in Italia nella prima settimana di febbraio.

La pillola antivirale

I trattamenti verranno quindi distribuiti alle Regioni seguendo le indicazioni fornite dal Ministero della Salute e dall'Aifa, l'Agenzia italiana del farmaco. La fornitura rimanente prevista nel contratto firmato con la casa farmaceutica statunitense arriverà successivamente nell’arco del 2022. Il professor Matteo Bassetti, direttore della Clinica di malattie infettive del Policlinico San Martino di Genova, commentando il via libera dell'Ema alla pillola antivirale di Pfizer ha spiegato all'Adnkronos Salute che si tratta di“un'opportunità in più nel trattamento di Covid-19, è molto simile ma anche più efficace dell'altro Molnupiravir, funziona meglio però su Omicron, quindi è un'arma in più per i medici per trattare Covid a casa. Quindi oggi abbiamo gli anticorpi monoclonali di cui è rimasto in vita solo Sotrovimab, e adesso due antivirali orali: disponiamo così di un armamentario importante".

L'avvertimento dell'esperto

Il medico ligure ha tenuto a precisare che Paxlovid è un farmaco che deve essere maneggiato da esperti, in quanto al suo interno vi è anche un altro medicinale, il Ritonavir, che in passato era già stato molto usato nella terapia contro Hiv-Aids. La pillola prodotta da Pfizer è quindi una terapia domiciliare delicata che necessita particolare attenzione per quanto riguarda la sua possibilità di interazione con altri farmaci. Per Bassetti sarebbe meglio che venisse gestita dalle strutture ospedaliere in collaborazione con il territorio.

L’infettivologo ha però avvertito: "Temo che se non si creerà un rapporto tra medici ospedalieri e medici di medicina generale, c'è il rischio che l'antivirale si userà poco a casa.

In quelle Regioni dove si è già lavorato bene su questo fronte con i monoclonali e con il Molnupiravir non ho dubbi che Paxlovid sarà utilizzato. Mentre dove non c'è stato questo lavoro temo sarà poco usato, a discapito dei pazienti". La terapia prevede due pillole da assumere insieme due volte al giorno per 5 giorni.

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