Covid, nelle Marche picco record ma cala rapporto positivi-tamponi

Nelle ultime 24 ore nelle Marche sono stati individuati 733 casi di Covid. Il rapporto tra nuovi positivi e tamponi effettuati è al 28,8%

Covid, nelle Marche picco record ma cala rapporto positivi-tamponi

Nuovo triste record di persone colpite dal Covid-19 nelle Marche. Nelle ultime 24 ore, infatti, nella Regione sono stati individuati 733 nuovi positivi. I casi rappresentano il 28,8% dei 2.547 tamponi processati nell'arco della giornata. È vero che in valori assoluti il dato delle persone colpite dall’infezione fa registrare un nuovo record in un giorno (ieri i casi accertati erano 702), ma allo stesso tempo fa emergere come ci sia stata una brusca frenata del rapporto positivi-test effettuati (sempre nella giornata precedente era al 34%, a seguito di 2.067 tamponi). Il totale dei positivi al coronavirus individuati nelle Marche dall'inizio della pandemia è così salito a 20.990. I nuovi casi sono stati individuati 201 in provincia di Macerata, 260 in provincia di Ancona, 51 in quella di Pesaro-Urbino, 114 nel Fermano, 100 nel Piceno e altri 7 da fuori Regione.

Nel bollettino medico diramato dal Servizio sanità della Regione Marche è specificato che questi casi comprendono 102 soggetti sintomatici, 178 contatti in ambiente domestico, 211 contatti stretti con positivi, 21 contatti in ambiente di lavoro, 33 in ambienti di socialità, 10 contatti in ambito assistenziale, 13 contatti in ambiente scolastico, 9 individuati attraverso lo screening nel percorso sanitario e altri 2 rientri da altre regioni. Per altri 154 casi, invece, si stanno ancora effettuando le indagini epidemiologiche. Inoltre è stato sottolineato che con un ritardo di oltre 96 ore sono stati refertati ulteriori 297 tamponi: 100 di questi risultano positivi. Sempre nella giornata di ieri sono stati effettuati anche 1.639 test nel percorso guariti.

In merito all’evolversi dell’emergenza sanitaria nella Regione ieri Cgil, Cisl e Uil Marche avevano espresso "forti preoccupazioni per la situazione sanitaria sempre più difficile e gravosa, sia dal punto di vista dell'elevato numero di contagi che si registrano ogni giorno, che per le criticità nel garantire percorsi di tracciamento dei contagi stessi, oltre naturalmente alla mancanza di personale, su cui grava di nuovo tutto il peso dell'emergenza e alle enormi difficoltà delle strutture ospedaliere e sanitarie".

Su questi temi nei giorni scorsi le segreterie dei tre sindacati avevano già incontrato l'assessore regionale alla Tutela della Salute, Filippo Saltamartini e l'interlocuzione proseguirà nei prossimi giorni. "Oltre agli aspetti legati all'emergenza- si legge in una nota- riteniamo altresì necessario e urgente discutere con la Giunta regionale anche dei rilevanti temi di prospettiva come quelli emersi in questi giorni: nuovo Piano Socio-sanitario e ridefinizione della rete ospedaliera".

Cgil Cisl Uil Marche hanno sempre "contestato la scelta della precedente Giunta di ricorrere al project financing per la realizzazione dei nuovi ospedali, ma continuano a ritenere necessario procedere rapidamente al completamento delle opere di edilizia ospedaliera in atto e procedere alla realizzazione di nuovi ospedali, opere particolarmente urgenti almeno in alcune realtà", si è sottolineato ancora nel documento. "Avendo ben presente che se da un lato va approfondito con scrupolo il tema della nuova rete ospedaliera- continua la nota- occorre essere tutti consapevoli che la principale debolezza e i ritardi del sistema sanitario marchigiano si riscontrano sul fronte della medicina di territorio e sul sottodimensionamento delle strutture territoriali (strutture residenziali e semiresidenziali) e dei servizi domiciliari”.

Secondo i sindacati per superare tali criticità è improcrastinabile aumentare il numero delle Case della Salute e qualificare gli Ospedali di Comunità. Cgil Cisl e Uil Marche hanno espresso anche"forti perplessità in merito all'intenzione della Regione di puntare alle cure con ozono, plasma e idrossiclorichina per il trattamento del Covid. In particolare perché, per quanto riguarda l'utilizzo dell'idrossiclorochina anche di recente il Ministero della Salute ha ribadito la "sostanziale assenza di benefici, con possibili effetti collaterali anche gravi e potenzialmente letali".

Nella nota si specifica che la stessa Agenzia Italiana del Farmaco ha sospeso l'autorizzazione all'utilizzo dell'idrossiclorochina per il trattamento del Covid al di fuori degli studi clinici e "anche il World Health Organization sconsiglia l'utilizzo di tale farmaco al di fuori degli studi clinici".

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