Le liti condominiali per molestie olfattive sono in continua crescita in tutta Italia. Su un milione di procedimenti giudiziari in un anno, già nel 2017 circa 70mila erano riconducibili a questo tipo di reato, rispetto al quale fioccano le sentenze della Corte di Cassazione. A sorpresa, le statistiche indicano che per ciò che riguarda le denunce a prevalere non sono i cattivi odori della cucina, ma quelli provocati dagli animali tenuti chiusi in casa, oltre al deposito dei rifiuti solidi urbani negli spazi comuni. Secondo l’associazione nazionale europea amministratori di immobili, delle 67mila assistenze tecniche garantite nelle regioni italiane oltre 20mila si riferiscono a controversie per i cattivi odori. La presenza di animali negli appartamenti rappresenta il 30% delle denunce, poi ci sono i fumi degli esercizi commerciali e i “veleni” delle fabbriche, specialmente di quelle che producono vernici.
Uno degli ultimi casi finiti sulla scrivania di un giudice è stato registrato a Roma, dove, come riporta Il Tempo, un bengalese di 32 anni ha denunciato i condomini per stalking. L’uomo, che vive in un appartamento della periferia insieme a moglie e figli di quasi due anni, sarebbe perseguitato dai vicini che si lamentano della puzza del cibo e non tollerano le usanze della famiglia musulmana. “La vostra cucina emana cattivo odore, non siete graditi”. Questo uno dei messaggi meno cruenti fatto pervenire alla famiglia bengalese. Il legale dell’immigrato ha presentato ai carabinieri anche una denuncia per discriminazione razziale e ora toccherà ai magistrati stabilire se andare a processo o archiviare. L’episodio accaduto nella Capitale è uno dei tanti che quotidianamente si verificano in tutta Italia.
Quella delle molestie olfattive, in ogni caso, è una materia molto delicata, anche perché risulta molto difficile considerare molesta per l’olfatto la presenza di alcuni odori. Per fare un esempio, una pasticceria che sforna dolci sicuramente provocherebbe reazioni opposte. La fragranza, gradevole per alcuni vicini, potrebbe allo stesso tempo essere sgradevole per altri. È difficile anche per i giudici, quindi, esprimersi nel merito. Ma cosa dice la legge a proposito del reato di molestie olfattive? Sull’argomento bisogna far riferimento all’articolo 674 del codice penale, a cui ricorre la Corte di Cassazione nelle numerose sentenze in materia.
La norma punisce due tipologie di comportamento: chi abbandona oggetti che imbrattano luoghi di pubblico transito e privati ma di uso comune, oppure molestano persone; chi emette gas, vapori e fumi maleodoranti che provocano disagio ai vicini. La pena prevista per questo reato è quella dell'arresto fino a un mese o dell'ammenda fino a 206 euro.
La sensibilità verso questo tipo di reato cresce sempre di più in Italia, tanto che in alcune regioni sono state previste delle App specifiche che danno la possibilità al cittadino, al cospetto di una molestia olfattiva, di poter individuare il tipo di odore percepito e il disagio conseguente. Tutte le segnalazioni ricevute vengono registrate su un database georeferenziato visualizzabile dagli utenti sulla App stessa. Ciò serve per creare una mappa dei cattivi odori consultabile facilmente.
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