Crisanti contro Zangrillo: "Fosse venuto a Vo’ a gennaio avrebbe detto che il virus clinicamente non esisteva"

Il virologo dell'università di Padova attacca la tesi sulla scomparsa del Coronavirus dal punto di vista clinico: "Questo virus ancora non lo comprendiamo bene"

Crisanti contro Zangrillo: "Fosse venuto a Vo’ a gennaio avrebbe detto che il virus clinicamente non esisteva"

Non si placa lo scontro tra virologi su una possibile seconda ondata del Coronavirus che si potrebbe abbattere sul nostro Paese in autunno. Da una parte c'è il professore Alberto Zangrillo che sostiene la scomparsa del Covid-19 dal punto di vista clinico; dall'altra molti colleghi invitano a tenere la guardia alta perché i pericoli non sono ancora finiti. Tra questi c'è Andrea Crisanti, che ha voluto replicare alle parole pronunciate dal direttore delle Unità di anestesia e rianimazione generale e cardio-toraco-vascolare dell'ospedale San Raffaele di Milano: "Se il professor Zangrillo fosse andato a Vo' nella prima settimana di gennaio e avesse visto le persone che magari erano positive al virus avrebbe detto che il virus clinicamente non esisteva. Poi si è visto quello che ha fatto".

Intervenuto in diretta ai microfoni di Agorà su Rai 3, il responsabile del cosiddetto modello Vo' ha ribadito che il virus in questione "ancora non lo comprendiamo bene", visto che ancora non è stata trovata una motivazione per cui le persone cominciano ad ammalarsi in modo grave dopo aver raggiunto una soglia critica. Per ragioni ancora sconosciute si diffonde senza creare malattia finché raggiunge una massa critica di persone che si infettano "e a quel punto esplode con tutta la sua violenza". Pertanto questi casi che si registrano "non vanno sottovalutati". "Penso che avremo sorprese dall'analisi sierologica di tutta Italia. Se il 23 febbraio a Vò era del 5% io penso che in alcune zone della Lombardia sarà arrivato sopra il 30%", ha aggiunto.

Lo scontro con Zangrillo

Sul ritorno del Coronavirus in Italia si è aperto un fronte tra gli esperti: secondo Zangrillo sarebbe come provare a prevedere che a Milano nevicherà il giorno di Sant'Ambrogio. E perciò non ha usato giri di parole per rispondere a tutti coloro che si dicono certi di una seconda ondata in autunno o a settembre. Le loro affermazioni, a suo giudizio, "non hanno senso dal punto di vista scientifico". Questo non vuol dire però che bisogna allentare l'attenzione sulla problematica: "Le misure di distanziamento, di lockdown, di prevenzione sono servite per portarci a questo punto e ora vanno mantenute".

A Vo' Euganeo il Covid-19 era presente già dalla prima-seconda settimana di gennaio: ne è convinto Crisanti, che è arrivato a questa certezza in seguito a una serie di studi condotta sulla popolazione del piccolo centro cittadino della provincia di Padova. Il direttore di Microbiologia e Virologia all'università di Padova ha fatto sapere che sono stati fatti di nuovo il tampone a tutta la popolazione, poi il test sierologico e ora si sta completando l'analisi genetica.

Il test sierologico ha palesato la presenza di un numero rilevante di persone che al primo campionamento (del 24-25 febbraio) era negativo al tampone e stava bene "e queste persone hanno anticorpi, è emerso che circa il 5% della popolazione di Vò Euganeo ha anticorpi contro il virus".

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