"Se entro mercoledì vedremo dati differenti, sarà finita". Non usa mezzi termini, e ci va giù pesante, il virologo Andrea Crisanti riguardo agli scenari futuri della pandemia che, ormai, appare in stadio avanzatissimo in numerose città italiane. "Abbiamo aspettato troppo tempo – dice il direttore di Microbiologia dell’Università di Padova al Messaggero al giornale Open – Il lockdown nelle regioni maggiormente in affanno andava fatto due settimane fa, non adesso''.
Lockdown sì o lockdown no? Un dubbio amletico attorno al quale si scervellano decine di esperti: dai virologi di fama conclamata ai membri della task force di Conte per l'emergenza sanitaria. Che si stia profilando repetinamente lo scenario 4 - "virus fuori controllo" - è un dato di fatto o, almeno, questo riferebbe l'ultimo report dell'Istituto Superiore di Sanità diffuso dal Ministero della Salute. Gli indicatori della pandemia (il famoso indice Rt) non sono rassicuranti ma è pur vero che non è stata ancora superata la soglia critica delle terapie intensive (30%) mentre quella delle stutture sanitarie per i casi Covid è ferma al 40%. Tuttavia l'ipotesi di una chiusura di tutte le attività, con conseguenze riduzione della mobilità per i cittadini, diventa sempre più concreta e imminente. A metà della prossima settimana, mercoledì secondo Crisanti, si decideranno le sorti del Paese."Se mercoledì vedremo dati differenti, sarà finita – spiega l'ex consulente di Luca Zaia – Si andrà per forza al lockdown, magari in una forma meno severa di marzo. Ma qualcosa sarà inevitabile fare".
Le regioni a "rischio elevato" attualmente sono 11 - il dato è da considerarsi a titolo precauzionale - e per 4 sarebbe già scattato l'allarme rosso (Calabria, Emilia Romagna, Lombardia, Piemonte) più la provincia autonoma di Bolzano dove l'indice Rt è schizzato sopra il 2 già la scorsa settimana. In misura delle evidenze rilevate, e sulle proiezioni pronosticate dagli esperti, è possibile che si opterà per delle soluzioni localizzate, ovvero, dei lockdown circoscritti ad aree ben definite del territorio."Potremmo decidere chiusure meno severe nelle Regioni con una minore diffusione del virus, più rigorose nelle altre".
Ma se l'idea iniziale era quella di sottoporre a strettissimo regime solo alcune città, adesso potrebbero essere coinvolte intere province: "Macroaree, - prosegue Crisanti - non c’è più tempo per interventi limitati a piccoli territori". Ad ogni modo, l'ultima parola spetterà al premier Conte mentre il destino delle regioni è affidato a sindaci e governatori. "Bisognava intervenire prima, adesso è tardi", conclude il virologo.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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