Per la città di Milano e la sua provincia il nuovo lockdown potrebbe essere più vicino di quanto si pensi. Si parla del prossimo lunedì, il 2 novembre. Sul tavolo del governo tre i punti fondamentali che si starebbero affrontando: eventuali nuove zone rosse, la limitazione degli spostamenti tra le regioni e una ulteriore chiusura delle attività dove vi è stato un maggior innalzamento dei contagi. Nuove norme potrebbero essere decise nelle prossime ore. L’attenzione sembra essere focalizzata sulle grandi città come Milano, Napoli, Bologna, Torino e Roma. Sono queste le metropoli che rischiano a breve un nuovo lockdown.
Scuole, spostamenti, lockdown: le decisioni da prendere
Secondo quanto riportato dal Corriere, sembra che i numeri spingano il governo a voler chiudere anche le scuole e sospendere quindi le lezioni su tutto il territorio. Non solo per le superiori ma anche per le classi di elementari e medie. Con buona pace dalla ministra Lucia Azzolina, l’unica che vorrebbe mantenerle aperte. Ieri era circolata la voce che il premier Giuseppe Conte volesse prendersi ancora una settimana prima di decidere sul da farsi e rimandare la firma di un nuovo Dpcm tra l’8 e il 9 novembre.
Adesso però sembra che i tempi si siano accorciati, a causa dei dati registrati nelle ultime 24 ore relativi ai nuovi positivi e a quelli relativi al monitoraggio settimanale. Un lockdown nazionale non sarebbe in questo momento un’ipotesi così remota.In Parlamento le voci di una situazione simile alla Francia già da lunedì prossimo sembrano rincorrersi, ma il ministro per gli affari regionali Francesco Boccia le avrebbe definite solo sciocchezze. Anche Enzo Amendola, responsabile degli Affari europei, ha confermato che Conte vorrebbe evitare questo passo e ha asserito che verrà fatto tutto per escluderlo. Salvo poi ammettere: “Se sarà necessario ci assumeremo l’onere della scelta”. Davanti a un consenso da parte degli italiani in continuo calo, il fiato sul collo delle opposizioni, e i contagi che aumentano, il premier Conte ha pensato adesso di cambiare strategia e condividere sia le scelte che le responsabilità. Il presidente del Consiglio ha infatti chiesto a Fico e Casellati, presidenti di Camera e Senato, di trovare una sede dove poter svolgere un confronto costante con il Parlamento. Sembra quindi che non aspetterà più l’ultimo momento per avvertire maggioranza e opposizione sulle scelte già prese. I due schieramenti verranno informati periodicamente.
Probabilmente questa scelta è stata mossa sia dalle numerose critiche che Giuseppi ha ricevuto, sia dal timore di perdere i numeri nella maggioranza. Il prossimo mercoledì Conte si presenterà quindi in Aula per fare il punto sulla situazione e le sue comunicazioni verranno messe ai voti. Improbabile quindi un nuovo Dpcm prima del 4 novembre. Vorrebbe dire escludere ancora una volta il Parlamento.Lockdown a Milano forse da lunedì
Intanto però il governo starebbe trattando con Regione Lombardia e il sindaco di Milano su un eventuale blocco di tutta l’area metropolitana. Già da lunedì 2 novembre potrebbe arrivare il lockdown, con divieto di spostamento per i cittadini e chiusura di tutte le attività, a eccezione di quelle essenziali. A rischiare un simile provvedimento anche Napoli, Bologna, Torino e la Capitale, nella quale si sono registrati nelle ultime 24 ore 2.200 positivi. Sulle scuole il dibattito è ancora aperto anche se, a difendere la loro apertura sembra rimasta ormai solo la ministra Lucia Azzolina. Dopo che De Luca è andato contro il governo e ha deciso di chiudere tutte le scuole, compresi i nidi, adesso anche il governo ci starebbe pensando. Le ministre di Italia viva avrebbero detto che si chiude solo in base a dati certi.
In ballo anche la decisione a livello regionale se chiudere anticipatamente gli esercizi commerciali e l’obbligo di abbassare le serrande, almeno nel fine settimana, dei centri commerciali. Sul tavolo anche la possibilità di anticipare alle 20 il coprifuoco che in alcune regioni scatta alle 23 o alle 24. Uscire in un orario diverso comporterebbe l’obbligo di avere con sé l’autocertificazione e l’uscita solo per necessità improrogabili. Nelle Regioni che hanno un valore Rt a 1,5 potrebbe scattare il divieto di spostamenti oltre confine regionale.
Dovrebbero però essere i vari governatori a prendere tale decisione, il governo preferisce passare loro la palla, come già fatto in passato. L’unico sarebbe il ministro della Salute, Roberto Speranza, a condividere le scelte con le Regioni.Segui già la pagina di Milano de ilGiornale.it?
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