Paura nel cuore di Napoli, per un crollo in un ex monastero dove erano in corso alcuni lavori di ristrutturazione. A cedere sono state alcune parti murarie e i ponteggi nel chiostro del convento di San Paolo Maggiore, in via San Paolo 9, a poci passi da via dei Tribunali. Sono 4 gli operai rimasti coinvolti nel grave incidente, fortunatamente nel giro di poco tempo sono stati tutti estratti vivi dalle macerie. Due sono stati portati in ospedale, uno dei quali in codice rosso. Il crollo è avvenuto intorno alle ore 9.
Ma cosa può aver causato il crollo? Sul quotidiano il Mattino si legge una dichiarazione del geometra Pezzella, dell'ufficio sicurezza abitativa del Comune di Napoli: forse la pioggia "ma anche un quadro fessurativo pregresso molto grave che forse doveva essere puntellato meglio. Quello che sappiamo ora - prosegue - è che durante i lavori di ristrutturazione del convento, credo regolarmente autorizzati dalla Soprintendenza, è crollata una parte dell'arcata del cortile antico coinvolgendo gli operai. Per fortuna, tranne uno che sembra in condizioni gravi, gli altri stanno bene".
Gli operai lavoravano per una ditta, la "Cfc" di via Poerio, che aveva tutte le autorizzazioni in regola per poter operare lavori di ristrutturazioni delle volte e del pavimento dell’antico chiostro. La procura di Napoli aspetta i risultati dei primi rilievi per aprire un fascicolo.
Il drammatico racconto dei testimoni
"Ho scavato con le mani mentre ancora stava crollando materiale da sopra - racconta Rosario Martusciello, uno dei vigili del fuoco intervenuti -. Ogni minuto che passava l’uomo poteva morire soffocato; poi abbiamo portato altri due fuori, erano sconvolti e tumefatti. Quando sono arrivato c’era un sacco di polvere, non si riusciva a respirare - prosegue - un operaio a terra colto da malore e con convulsioni chiedeva aiuto e l’ho affidato alle cure del 118. Un secondo era sepolto sotto le macerie. Per questo motivo ho iniziato a scavare con le mani.
Poi ho visto che c’era un bobcat e con questo siamo riusciti con attenzione a farci strada tra i detriti, riuscendo infine ad estrarlo. Respirava. Ci guardava e provava a parlare con noi. L’abbiamo caricato su una barella ed è stato portato via".
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