Una Via Crucis del tutto inedita: Papa Francesco ha dovuto celebrare uno dei riti tradizionali di Pasqua all'interno di una piazza San Pietro quasi del tutto deserta. Il Covid-19 non ammette deroghe. E anche il triduo pasquale è stato interessato dalle misure e dalle disposizioni prese dalle autorità civili e religiose in queste settimane, con tanto di distanze da rispettare e di sospensione delle Messe e delle processioni in pubblico.
Ogni anno le meditazioni che vengono lette durante la sera del Venerdì Santo provengono da esperienze di vita significative. Nella circostanza odierna, come si apprende anche dall'Agi, le parole pronunciate nel corso della serata sono state scritte da persone riferibili ad ambienti prossimi al carcere di Padova. Tra questa, vale la pena sottolinare le riflessioni di un sacerdote accusato di fatti incresciosi senza averli mai commessi. Consacrati innocenti ma accusati che il Papa ha voluto ricordare anche ieri, durante la Messa in Coena Domini.
Il tema affrontato oggi è quello della crocifissione. Essere "crocifissi" nel mondo contemporaneo non è difficile. Il Papa della Chiesa cattolica lo ha ricordato anche oggi, durante la sua telefonata a Ra1, in cui ha fatto presente come anche le vittime della pandemia possano essere in qualche modo dei "crocifissi" della nostra epoca. Bergoglio sta esaltando di continuo i "semplici", coloro che sono costretti ad agire, mentre il resto del mondo è in quarantena o in semi-quarantena. Come di consueto per una Via Crucis, ogni stazione prevedeva una lettura. Pochissime le persone in processione: il numero dei partecipanti non può. per ovvie ragioni, essere equiparato a quello deglli anni passati.
Il tema del carcere è stato ricorrente nella serata odierna. In una meditazione si legge: "Ad ognuno, anche alle persone recluse, viene offerta ogni giorno la possibilità di diventare persone nuove grazie a quello sguardo che non giudica, ma infonde vita e speranza". San Pietro era già stata scelta da Francesco per la preghiera contro la pandemia. Quella nella quale ha richiamato l'umanità a ricercare l'essenziale.
Le parole del Papa, ancora una volta, sono state rivolte verso l'Altissimo, cui il vescovo di Roma ha rivolto questa preghiera: "Signore, che non ci lasci nelle tenebre e nell'ombra della morte, proteggici con lo scudo della sua potenza".
E ancora: "Dio, difensore dei poveri e degli afflitti, aiutaci a portare ogni giorno il giogo". Il pontefice argentino aveva già chiamato "tenebre" quelle che sono scese sui popoli dopo lo scoppio della pandemia.
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