Un 70enne in cura al centro di salute mentale è partito da Aprilia (Latina), ha raggiunto Napoli e ha sparato al fratello, ferendolo gravemente. L’arma era detenuta regolarmente nonostante i problemi mentali. È quanto hanno ricostruito i carabinieri partenopei e pontini dopo un mese di indagine. Il medico che ha emesso il certificato per il porto d’armi è stato denunciato.
Un mese fa circa è avvenuto l’agguato, immediatamente derubricato a un regolamento di conti in famiglia. Il 70enne di Aprilia aveva preso l’auto e raggiunto la casa del fratello a Napoli. È lì che ha esploso alcuni colpi di pistola contro il fratello. Subito dopo s’è recato spontaneamente in caserma a costituirsi. I carabinieri di Napoli hanno così avviato le indagini per lesioni gravissime e tentato omicidio e hanno notato come l’arma fosse regolarmente denunciata e come l’uomo fosse in possesso del porto d’armi. Non solo: nella sua abitazione di Aprilia aveva anche altre armi e munizioni. Dopo qualche giorno, però, ecco il colpo di scena: il 70enne risulta anche essere in cura presso il Centro di Salute mentale di Aprilia.
I militari hanno così avviato un altro filone d’indagine per capire come fosse possibile che un uomo in cura per disturbi mentali avesse il porto d’armi. È così emerso che era stato il medico di famiglia a firmare il certificato con cui l’uomo ha poi ottenuto il porto d’armi.
Il dottore è ora indagato per falsità ideologica in certificati commessa da persona esercente un servizio di pubblica necessità. Secondo l'accusa non poteva ignorare che il suo assistito non fosse idoneo per ottenere quel titolo.
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