Dalle lampade al furgone, quello che Bossetti non dice

Le bugie del presunto assassino di Yara: tutto dimostra come andasse spesso a Brembate di Sopra

Dalle lampade al furgone, quello che Bossetti non dice

È passata più di una settimana dal fermo di Massimo Giuseppe Bossetti, presunto assassino di Yara Gambirasio. La certezza ostentata inizialmente dal ministro Alfano è vacillata. Il test del dna è sufficiente a identificarlo come killer? perché la madre ribadisce che non è figlio di Guerinoni? L'uomo inoltre continua a dirsi innocente e chi lo conosce non lo reputa capace di far del male. Eppure nel suo racconto c'è qualcosa che non torna, ci sono dei segreti che Bossetti si è tenuto per sé per anni.

Come il fatto che più volte allungava il tragitto dal cantiere a casa, passando per Brembate di sopra dove abitava Yara. Anzi, Bossetti all'insaputa di tutti frequentava almeno un paio di volte a settimana un centro estetico a 100 metri dall'abitazione della ragazzina. Pare fosse fissato con le lampade abbronzanti, nonostante il suo lavoro - è un muratore - lo portasse a stare al sole per buona parte della giornata. Anche la sera del 26 novembre 2010, quando la tredicenne scomparse, il suo furgone passò davanti alla palestra del paesino.

"Passavo ogni tanto da mio fratello e dal mio commercialista" dice Bossetti omettendo il dettaglio del centro estetico. Peccato che anche loro sostengano di vederlo "raramente" e "non più di una volta al mese". A Brembate, tra l'altro, tutti si ricordano di lui, ma sembra che abbia smesso di frequentare il paese tre anni fa, poco dopo il ritrovamento del corpo di Yara. Certo, è strano che il suo nome non sia stato fatto da nessuno durante le indagini: in un piccolo centro un non residente lo si nota e lo si ricorda. Per questo gli inquirenti stanno passando al setaccio tutti i filmati delle telecamere di Brembate e di Mapello per capire dove fosse davvero l'uomo mentre la ragazzina veniva torturata a morte.

Altro dettaglio: il furgone. Ci sarebbero dei video che riprendono più volte il suo Iveco Daily azzurro vicino la palestra e nei dintorni di casa Gambirasio. Anche il furgone, insieme all'auto di Bossetti, sarà passato al vaglio di inquirenti e polizia scientifica, intenzionati a non tralasciare il minimo dettaglio.

E poi c'è la moglie reticente.

Continua a difenderlo - lo ha fatto anche oggi - ma con i suoi "non so" e "non ricordo" non fornisce un alibi al marito. Non sapeva nemmeno lei del centro estetico: "Non va a fare le lampade perché il sole lo prende in cantiere", avrebbe detto ai carabinieri che la interrogavano.

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