Il decoro perduto della scuola

Le iniziative del ministro Valditara per gli studenti di elementari e medie restituiranno decoro alla scuola

Il decoro perduto della scuola
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Per gli studenti delle elementari e delle medie sarà vietato portare in classe il telefonino; il diario su cui si annotano i compiti e il calendario delle lezioni tornerà ad essere cartaceo; il voto in condotta diventerà decisivo: se non si ha almeno il sette, non si verrà ammessi all'anno successivo; con il sei lo studente dovrà fare un elaborato di educazione civica; con il cinque si sarà bocciati. Questo prevedono l'ultima circolare del ministro Valditara e un disegno di legge governativo. Per prima cosa vengono in mente tutti i problemi che ha la scuola e che a risolverli non saranno di certo il telefonino tenuto a casa, il diario di carta e il voto in condotta. Il male della scuola è nel non essere più pensata per formare i giovani ma per pagare lo stipendio agli insegnanti, seppur modestissimo. Le cose incominceranno a cambiare quando si daranno a loro stipendi europei, e si procederà a una vera e profonda selezione del corpo docente.

Dunque, provvedimenti inutili quelli del ministro? No, sono importanti per restituire il decoro alla scuola. Provvedimenti che con molta semplicità sottraggono lo studente al suo isolamento e lo riportano all'interno della comunità. Una piccola sfida alla tecnologia: i cellulari usati durante le lezioni distraggono e non fanno partecipare lo studente alla vita di classe. La stessa cosa vale per il diario di carta, più facile da condividere, in particolare con i genitori che intendono verificare quali siano i compiti per casa e se il figlio abbia preso qualche nota disciplinare. Il voto in condotta spiega chiaramente la necessità di includere lo studente nel vivere civile della scuola: ci sono regole da rispettare.

Provvedimenti in apparenza futili che danno invece dignità alla convivenza in classe. L'educazione sentimentale di un giovane è sempre più difficile perché prevalgono personalismi, individualismi: un «fai da te» dell'educazione che finisce con il tollerare tutto.

Se la scuola incomincia a ritrovare piccole occasioni di decoro della sua immagine, diventa più semplice formare un sentimento di accoglienza e inclusività, insieme al riconoscimento evidente e immediato del valore dell'istruzione.

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