Delitto Serena Mollicone, è giallo dopo la riesumazione: "Spariti alcuni organi"

Si infittisce il mistero della morte di Serena Mollicone, la giovane trovata senza vita in un bosco il 3 giugno del 2001

Delitto Serena Mollicone, è giallo dopo la riesumazione: "Spariti alcuni organi"

Sarebbero spariti alcuni organi e altri reperti prelevati in occasione della prima autopsia sul corpo di Serena Mollicone, la diciottenne uccisa il primo giugno 2001 a Arce, in provincia di Frosinone, e trovata senza vita due giorni dopo in un bosco in località Anitrella.

Secondo la super-perizia dell’anatomopatologa Cristina Cattaneo ci sarebbero"reperti mai rinvenuti per ulteriori indagini" e non sarebbero stati condotti anche alcuni esami che avrebbero potuto indicare il momento del preciso della morte della ragazza. Si tratterebbe di importanti rilievi medico-legali che sono mancati in toto e di reperti autopici spariti: elementi fondamentali per poter avere in mano i dettagli dell'uccisione di Serena.

La professoressa, nella sua perizia, scrive che oltre a queste lacune nel protocollo medico-legale, sono venuti meno allora anche accertamenti semplici e imprescindibili quali, per esempio, la temperatura del cadavere e le analisi sulle larve depositate sul corpo della ragazza; esami che avrebbero potuto indicare in maniera esatta il momento del decesso.

Insomma, non c'è pace per la famiglia Mollicone e non c'è quasi soluzione al caso, uno dei più intricati casi di cronaca nera e giudiziaria italiana.

Per il delitto della giovane, la Procura di Cassino ha invito l’avviso di chiusura delle indagini: come riportato da Il Messaggero, all'ex maresciallo dei carabinieri, Franco Mottola, all'epoca dei fatti comandante della caserma di Arce, alla moglie Anna Maria e al figlio Marco viene contestato l'omicidio volontario, mentre sono ancora indagati altri due carabinieri, allora in servizio

ad Arce. Si tratta del luogotenente Vincenzo Quatrale per concorso morale nell'omicidio e l'istigazione al suicidio del brigadiere Santino Tuzi, e il maresciallo Francesco Suprano indagato per favoreggiamento nel delitto.

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