Il gip di Marsala ha deciso di archiviare le indagini sulla scomparsa di Denise Pipitone, la bimba di 4 anni scomparsa da Mazara del Vallo l'1 settembre del 2004. Nella nuova inchiesta, avviata lo scorso maggio, erano stati iscritti nel registro degli indagati Anna Corona, ex moglie del padre naturale della bambina, Giuseppe Della Chiave, entrambi accusati di concorso in associazione mafiosa, e una coppia di romani, Paolo Erba e Antonella Allegrini accusati di falsa testimonianza.
Il provvedimento
Le motivazioni sono contenute in un provvedimento di 30 pagine a firma del gip di Marsala che, accogliendo la richiesta della Procura, ha deciso di mettere un punto fermo alle indagini relative alla scomparsa della piccola Denise. Dalle "indagini lunghe e incredibilmente vaste della procura non sono emersi elementi sufficienti a sostenere un'accusa in giudizio" scrive il giudice precisando "che non è dato neppure immaginare come potrebbe essere formulato dal pubblico ministero, anche sommariamente, un capo di imputazione nei confronti della Corona". "Ogni ipotesi accusatoria a suo carico - spiega - appare al momento assolutamente insuscettibile di essere vagliata in giudizio e, ancor meno, di condurre a una affermazione di responsabilità".
I due testimoni
Il caso della scomparsa di Denise è tornato all'attenzione della cronaca lo scorso aprile, quando c'era stata una segnalazione dalla tv russa di una ragazza fortemente somiglianza con Piera Maggio, la madre della bimba. Ma poi, il test del Dna aveva smentito il presunto legame parentale tra le due donne. Da quel momento si sono susseguite false segnalazioni, testimonianze inattendibili e, da ultimo, le "dichiarazioni clamorose" di una ex pm - indagò su Denise nel 2004 - ora attenzionata dagli inquirenti con l'ipotesi di reato per false informazioni al pm. Nell'archiviazione il gip parla di "condizionamento e inquinamento probatorio che può derivare ed è derivato dalla trattazione mediatica del caso di cronaca e dei suoi risvolti giudiziari". Il riferimento è ai due presunti testimoni - Paolo Erba e Antonella Allegrini - che avrebbero millantato di avere informazioni sulla scomparsa della bimba e, in particolar modo, sull'eventuale coinvolgimento di Anna Corona nella vicenda.
"Archiviazione non significa abbanonare speranza"
"Con tali considerazioni - precisa il gip di Marsala - non si intende certo incoraggiare il silenzio o la reticenza di chi, anche col privilegio del dubbio, possa fornire informazioni di qualsiasi tipo potenzialmente utili alle indagini; al contrario: si ritiene fermamente che sia compito della magistratura vagliare con scrupolo qualsivoglia pista percorribile nella ricerca della verità, anche e soprattutto a distanza di così lungo tempo dai fatti, quando oqni 'appigliò investigativo appare meritevole di approfondimento". Poi conclude "Ma se neIl'incoraggiare chi sa a 'parlarè un notevole contributo può derivare (laddove non sia sufficiente il senso civico), ed è nella specie derivato, proprio dalla diffusività dei media, deve tuttavia sottolinearsi come purtroppo, nel caso di specie, quello che la Procura ha definito il 'corto circuito mediatico/giudiziario che si è venuto a crearè abbia anche ingenerato, molto pericolosamente, 'false piste e inutili speranze". Infine, un'accorata precisazione del magistrato "L'archiviazione non significa abbandonare ogni speranza o concreta possibilità di far luce sull'andamento dei fatti. Anzi, come sottolineato dal pm è interesse della Procura, è interesse della magistratura nel suo insieme perseguire la verità e continuare a indagare laddove auspicabilmente emergano ulteriori elementi suscettibili di approfondimento per comprendere cosa sia accaduto Denise e perseguire penalmente i responsabili del suo sequestro".
"Massacrata un'innocente"
Il legale di Piera Maggio, l'avvocato Frazzitta, ha deciso di non commentare l'archiviazione del caso. Lo ha fatto, invece, Gioacchino Sbacchi, legale, insieme a Fabrizio Torre, di Anna Corona. "E' stata volutamente massacrata una persona estranea ai fatti e innocente in omaggio a niente. Questo è stato scorretto, scorrettissimo e dovrebbe rimordere la coscienza a noi tutti. Il principio del rispetto della persona è stato sepolto in nome di cosa? Non certo in omaggio alla verità. Noi siamo stati contenti della riapertura delle indagini ma per dire cosa?", ha spiegato Sbacchi all'Adnkronos.
"E' una vicenda che si chiude - ha poi concluso -, indubbiamente la mia assistita ha tirato un sospiro di sollievo. L'ho sentita di una serenità assoluta, come è sempre stata durante tutta la vicenda malgrado il massacro".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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