Un nuovo, sconcertante episodio di violenza contro gli agenti di polizia penitenziaria si è registrato nel carcere di Cagliari-Uta, dove un detenuto nigeriano ha sputato della saliva mista a sangue contro una guardia, correndo il rischio di infettarla: ne da notizia il quotidiano locale L'Unione Sarda.
Luca Fais, segretario regionale per la Sardegna del sindacato Autonomo di Polizia Penitenziaria, ha diramato un comunicato secondo il quale "nelle prime ore del mattino, un detenuto di origine magrebina ha sputato a un agente che in quel momento stava svolgendo il proprio servizio nel reparto isolamento, mettendo a rischio la salute dello stesso poliziotto per la presenza di sangue nella saliva del recluso. Questo è l'ultimo episodio di un crescendo di intolleranza verso la polizia penitenziaria di Uta. Attualmente i detenuti in isolamento stanno mettendo in atto ogni tipo di atteggiamento per creare disagio ai poliziotti. "Oltre a spaccare gli arredi della cella" - prosegue poi Fais - "questi detenuti si tagliano con le lamette e raccolgono il sangue in una bacinella per poi gettarlo addosso ai poliziotti appena gli si presenta l'occasione. L'agente è stato successivamente accompagnato all'ospedale e solamente in tarda serata, a seguito degli accertamenti sanitari disposti, è stato escluso ogni possibile contagio mentre la situazione veniva riportata alla normalità dall'intervento del Comandante di Reparto e di altri colleghi intervenuti".
Nello stesso carcere sardo appena pochi giorni fa, un altro detenuto straniero aveva tentato di aggredire degli agenti di polizia penitenziaria con delle lamette, segno evidente che quel carcere è oramai al collasso.
Per questi motivi sempre secondo il sindacato "alcuni detenuti devono essere trasferiti al più presto in strutture di altra tipologia prima che la presenza dei poliziotti in servizio venga decimata a causa di determinati eventi, poiché il personale di polizia penitenziaria non può subire inerme tali violenze, abbinate ad insulti di ogni genere e con la paura di rientrare dai propri familiari con qualche malattia contagiosa".
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