Borsalino, dopo l'asta positiva il marchio tenta il rilancio

L’iconica azienda di copricapo vede la luce in fondo al tunnel dopo tre anni difficili: dal crac finanziario alle richieste di concordato respinte fino al fallimento, sembrava non esserci più via d’uscita

Borsalino, dopo l'asta positiva il marchio tenta il rilancio

L’antica casa Borsalino, fondata nel 1857 ad Alessandria, è in fase di rinnovamento e di rilancio internazionale dopo il risultato positivo dell'asta.

L'impresa era gestita dal 2015 nelle attività operative tramite contratto di affitto del ramo di azienda da Haeres Equita, il fondo d’investimenti partecipato con ai vertici Philippe Camperio, proprietario del marchio (acquistato per 18 milioni) dal 2017 ma non degli assets tangibili finiti in asta.

L’imprenditore italo-svizzero con Haeres Equita, lo scorso 12 luglio, si è aggiudicato per l'offerta vincolante complessiva di 10 milioni di euro, definitiva per legge dal 22 luglio, le dotazioni patrimoniali, fra cui la sede alessandrina di Spinetta Marengo, impianti e macchinari di produzione, i contratti di lavoro di 134 dipendenti e le boutique, otto in Italia e una a Parigi in Rue de Grenelle.

Il brand può finalmente focalizzarsi nel retail e nella comunicazione custodendo manifattura e savoir-faire. Nei progetti di espansione del mercato dei prossimi anni: l’approdo in borsa, una joint-venture in Giappone con il canale distributivo, l’apertura di una boutique a New York nel 2020 e la Cina, con l’obiettivo di guidare i clienti non abituati all’utilizzo stilistico dell’accessorio, il tutto attraverso una vision più contemporanea.

Le transizioni del fallimento e l’annuncio degli ingenti cambiamenti hanno richiamato gli amici di Borsalino a sostenere la cultura che si cela dietro al cappello dopo 160 anni di storia. Un’ esposizione di 160 fotografie e disegni di artisti e intellettuali da Alessandria arriva a Taormina e vince il Tao Award il 21 luglio per la Tutela della cultura e della moda made in italy, appoggiato nei social dall’hashtag #saveborsalino.

Il cappello italiano più famoso del mondo si riafferma un prezioso punto di riferimento con i suoi modelli cult; da quelli estivi come il Panama di paglia, patrimonio Unesco dal 2012, a quelli invernali di feltro con classico nastro in gros grain

griffato.

Fra i lungometraggi e gli attori che hanno indossato il copricapo nuovamente ricordiamo Marcello Mastroianni in 8 e ½ di Federico Fellini, Humphrey Bogart e Ingrid Bergman in Casablanca e Harrison Ford in Indiana Jones.

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