Donna accusata di sesso con minore: capace di intendere e volere

Escluso quindi che la 31enne non sia processabile per incapacità psichica. Imputato anche il marito che aveva riconosciuto il bambino nato dalla violenza, pur sapendo che non era suo

Donna accusata di sesso con minore: capace di intendere e volere

La donna di Prato, accusata di violenza sessuale su un minorenne, tra l’altro suo alunno, e violenza sessuale per induzione, è stata giudicata capace di intendere e volere. Nel 2018 la 31enne aveva anche avuto un figlio dal ragazzo. Nulla quindi che faccia pensare che la donna non sia processabile per incapacità psichica, secondo quanto dichiarato dalla perizia depositata nella cancelleria del tribunale pratese dal neuropsichiatra bolognese Renato Ariatti, ordinario di psichiatria dell’Università di Bologna. Il professore era infatti stato incaricato dal tribunale di effettuare una valutazione sulle condizioni psichiche della donna accusata di violenze su minorenne. Ariatti in passato aveva già ricevuto incarichi di consulenze in casi di importanza mediatica, come quello dell'omicidio di Cogne, nel quale era stato incaricato di stabilire la condizione psichiatrica di Anna Maria Franzoni. La 31enne si trova agli arresti domiciliari dallo scorso mese di marzo. Secondo l’accusa la donna avrebbe iniziato la relazione sessuale con l’alunno quando questi aveva solo 14 anni.

Anche il marito dell’insegnante è imputato nel medesimo processo di primo grado in corso. L’uomo dovrà rispondere dell’accusa di alterazione di stato civile perché. Secondo la procura pratese avrebbe riconosciuto il bambino pur sapendo che non era figlio suo. Avrebbe nei fatti dato una falsa testimonianza rispetto alla dichiarazione di paternità del bambino nato nel 2018.

La donna è capace di intendere e volere

Il processo si era aperto lo scorso 12 giugno. Imputata la 31enne accusata di atti sessuali con un suo alunno, al quale dava ripetizioni di inglese. Davanti al giudice Francesca Scarlatti e ai pubblici ministeri, Lorenzo Gestri e Lorenzo Boscagli, la 31enne aveva dichiarato Ero innamorata. Ho perso la testa”. Al vaglio degli inquirenti erano finite centinaia di messaggi che i due si erano scambiati durante la loro relazione. In alcuni di essi sembra anche che l’imputata avesse minacciato il suicidio qualora il ragazzino l’avesse lasciata. I difensori degli imputati avevano richiesto il rito abbreviato. In aula, nel corso della prima udienza, non si erano presentati né la donna, né il ragazzino, che era stato invece rappresentato dai genitori.

Imputato anche il marito

Presente invece il marito, anche lui imputato, per falsa testimonianza, che si era detto tranquillo, perché non aveva nulla da temere perché aveva la coscienza pulita. Aveva detto “affronto il processo e la vita a testa alta.

Sono rimasto sorpreso per la mia imputazione, non me l'aspettavo”. Entrambi dovranno adesso affrontare il processo, dopo che la perizia psichiatrica sulla docente l’ha dichiarata capace di intendere e volere.

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