Dovrà ridare i soldi a Fede la modella che ad Arcore aveva visto Satana

La Corte d'Appello di Torino ha dato torto a Imane Fadil, modella marocchina che aveva denunciato Fede per diffamazione

Emilio Fede in aula testimonia al processo Ruby
Emilio Fede in aula testimonia al processo Ruby

Si sta rivelando infruttuoso il tentativo di alcune delle presunte vittime del caso Ruby di monetizzare il loro coinvolgimento nella vicenda processuale scaturita dall'inchiesta della Procura di Milano sulle notti di Arcore. Oggi la Corte d'appello di Torino ha dato torto a una delle più attive nelle richieste di danni ai protagonisti. La modella marocchina Imane Fadil si è vista respingere la richiesta di risarcimento presentata contro l'ex direttore del Tg4 Emilio Fede. In primo grado il giornalista era stato condannato a versare quarantamila euro di danni a favore della giovane donna, da versarsi immediatamente. Ora Fede potrà cercare di farsi restituire la somma, ammesso che ce ne sia ancora traccia sui conti correnti della ragazza.

La Fadil è stata in questi anni una delle testimoni di punta dell'inchiesta contro Silvio Berlusconi e altri imputati, tra cui lo stesso Fede. Delle serate ad Arcore ha dato ai pm descrizioni e forti tinte, e in una intervista al Fatto Quotidiano si è spinta ancora più in là, ipotizzando la presenza ad Arcore di una setta satanista:"Ho visto presenze strane, sinistre. Io sono sensitiva fin da bambina: da parte di mio padre discendo da una persona che è stata santificata e le dico che in quella casa ci sono presenze inquietanti. Là dentro c'è il Male, io l'ho visto, c'è Lucifero".

Durante una trasmissione del Tg4, Emilio Fede ebbe parole assai critiche sia verso la modella che verso la credibilità che le attribuivano i magistrati. Fede disse di avere incontrato in una occasione la Fadil che gli avrebbe chiesto 50mila euro per non rilasciare interviste a giornali e trasmissioni tv. Per Fede la ragazza aveva detto agli investigatori “delle cose, la metà delle quali – se non la totalità – non corrispondono alla realtà. C’è il rischio del ricatto. Direi che bisognerebbe arrestarla una che fa questo in cambio di soldi, cioè che in cambio di soldi racconta falsità pericolose".

La modella aveva sporto querela, in primo grado i giudici avevano condannato Fede a diecimila euro di multa e a 40mila di risarcimento. In appello gli avvocati del giornalista, Andrea Righi e Salvatore Pino, hanno convinto i giudici che il processo non avrebbe neanche dovuto cominciare per il semplice motivo che la firma sulla querela non era stata autenticata. Condanna annullata, risarcimento revocato.


Per la Fadil è la seconda brutta notizia in pochi giorni: la settimana scorsa il tribunale di Milano ha respinto la richiesta sua e di altre due ragazze, Chiara Danese e Ambra Battilana, di costituirsi parte civile nel cosiddetto processo Ruby ter. Avevano preannunciato una richiesta di risarcimento da milioni di euro. Non ne avranno neanche uno.

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