Il dramma delle figlie mai nate, ecco l'aborto selettivo

Il dramma delle figlie mai nate riguarderebbe quasi 100 milioni di bambine di sesso femminile abortite nel mondo. Ecco i dati sconcertanti

Il dramma delle figlie mai nate, ecco l'aborto selettivo

In Montenegro esiste un drammatico fenomeno relativo agli aborti selettivi. Una campagna di sensibilizzazione ha fatto emergere come sia essenzialmente consentito evitare di avere figlie femmine e come venga, conseguenzialmente, negato alle bambine di sesso femminile il diritto di nascere. L'aborto - nello stato della penisola balcanica - è di genere. La sconcertante rivelazione è facilmente desumibile da "Neželjena", cioè "non voluta" : una campagna promossa dall’Ong "Centro per i diritti delle donne", che ha denunciato come in Montenegro "ogni anno viene effettuato un gran numero di aborti selettivi". Una pratica che sarebbe giuridicamente vietata, ma che nello stato balcanico continuerebbe ad essere praticata senza troppi problemi. In Montenegro - specifica il testo della campagna - si "dà più valore ai bambini maschi che alle femmine". E il testo che accompagna la denuncia è forte e sconcertante: "Cara non voluta, i tuoi genitori desiderano di più un maschio e perciò non hai avuto la possibilità di nascere, perdonaci". L'Ong - infatti - ha deciso di sensibilizzare la popolazione montenegrina pubblicando fra gli annunci morturari sui giornali, ma anche sui pali della luce e sugli alberi, dei veri e propri necrologi bordati di rosa. L'aborto selettivo - però - è un dramma che riguarda altre nazioni.

Gian Antonio Stella si è occupato del "gendercidio" sul Corriere della Sera. Il giornalista ha riportato numeri piuttosto chiarificanti: "I dati del think tank Population Research Institute (Pri), basati su numeri del Census Bureau americano, parlano di oltre 15 mila aborti selettivi in Albania dal 2000 al 2014, 2.700 in Bosnia, 7.500 in Kosovo, 3.100 in Macedonia, 746 in Montenegro, 2.140 in Serbia… Tutte bambine di domani. Tutte figliolette di un Dio minore". Negli stati balcanici - insomma - l'aborto selettivo sembra rappresentare una consuetudine più che diffusa. Ma il "ginecidio" è tipico anche di altri paesi, tra cui alcuni asiatici: "Come ricordava l’Avvenire già nel 2011 - scrive Gian Antonio Stella - in Cina "secondo l’Accademia cinese delle scienze sociali nascono 124 maschi ogni 100 femmine". In India da 115 a 120 maschi, con punte terrificanti in alcuni Stati come il Punjab e l’Haryana". Differente, invece, la situazione della Corea del Sud, dove il fenomeno si sarebbe attenuato nel tempo grazie all'incremento della ricchezza nazionale.

Qualche anno fa, Prune Nourry, un giovane artista francese residente a New York, ha esposto la "Terracotta Daughters": 116 statue di terracotta che raffiguravano l'esercito delle bambine cinesi mai nate. L'opera è stata parte della mostra "Avec motifs apparents", pubblicata nella 104 di Parigi. In Cina - del resto - è stata presente per molti anni la "politica del figlio unico", cioè quella legislazione per cui ogni coppia è in diritto di procreare un solo bambino. E ancora oggi - secondo alcuni - le liberalizzazioni in materia rappresenterebbero "meri atti di propaganda". Di aborto selettivo - insomma - si parla soprattutto attraverso campagne choc o iniziative di sensibilizzazione. Un dramma che riguarda, poi, anche i parti gemellari. Ma quante sono queste figlie cui viene negato il diritto di nascere? Famiglia Cristiana - nel 2012 - aveva calcolato "quasi 100 milioni di bambine non nate", mettendo in rilievo come questo dramma riguardasse anche alcune nazioni occidentali come l'Inghilterra.

La "sex ratio" - in definitiva - è sempre di più una nuova forma di discriminazione di genere. L'aborto selettivo, in Europa, è illegale, ma la legge in merito, specie nei paesi della Gran Bretagna, presenta una serie di "sfumature" che faciliterebbero una vera e propria selezione eugenetica.

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