Un omicidio che ha lasciato tutti senza parole. Il papà ha ucciso suo figlio con un fendente alla gola, ha provato a togliere la vita anche alla sua ex moglie e infine ha tentato la fuga. Un gesto disumano da parte di Davide Paitoni di Morazzone, in provincia di Varese, arrestato dopo un lungo inseguimento culminato poco lontano dal confine con la Svizzera. Sarebbe stato possibile evitare la tragedia? Una domanda lecita da porsi visto che, stando a quanto emerso nelle ultime ore, lo stile di vita del 40enne tra droga e violenza non prometteva nulla di buono.
Droga e violenza
Paitoni viene considerato un consumatore abituale di droghe, tanto che i carabinieri nella sua auto avrebbero trovato della cocaina. Non solo: alle spalle avrebbe anche diverse denunce, tra cui guida in stato di ebbrezza. C'è poi un altro episodio molto grave risalente al mese di novembre quando, in seguito a una lite, avrebbe sferrato diverse coltellate alla schiena di un 52enne con cui lavorava. Motivo per cui si trovava agli arresti domiciliari dallo scorso 26 novembre.
Il caso comunque è ancora in fase di indagine. L'avvocato Stefano Bruno, che difende Paitoni, ha però chiarito che si tratta di una vicenda "completamente avulsa dai rapporti madre-figlio-marito e assolutamente controversa perché è da chiarire se Paitoni abbia aggredito o si sia difeso" dal collega.
Il codice rosso
A dettare l'ira del 40enne potrebbe essere stata la separazione dalla moglie. Un atto che non avrebbe accettato e che dunque lo avrebbe potuto indurre a una tale follia. È proprio su questo fronte che si è aperto un interrogativo inquietante che pretende risposta. Alcune persone vicine alla famiglia della sua ex moglie hanno riferito che lei lo avrebbe denunciato o forse sarebbe stata in procinto di farlo, ma allo stato attuale le denunce non sembrerebbero essere state depositate.
Al di là dell'eventuale denuncia diretta della donna, gli inquirenti fanno sapere che - alla luce di alcune segnalazioni da parte di altri - nei confronti di Paitoni sarebbe stato aperto un codice rosso per maltrattamenti in famiglia. Ma anche su questo aspetto l'avvocato Stefano Bruno ha voluto far luce: "Non abbiamo né un avviso di garanzia, né una misura cautelare, né un avviso di chiusura indagine per reati rientrati nell'alveo del codice rosso".
Il bigliettino
È stato inoltre ritrovato un bigliettino lasciato sul cadavere del bimbo, chiuso nell'armadio, che conteneva le seguenti parole: "Mi dispiace, perdonami papà". Nel foglietto il 40enne avrebbe non solo confessato il proprio gesto, ma anche utilizzato "grande disprezzo" per la moglie che poi ha tentato di uccidere. Avrebbe poi avvisato suo padre con un messaggio vocale avvisandolo di aver fatto del male al piccolo e chiedendogli di non aprire l'armadio della sua camera da letto, dove ha nascosto il corpo del bimbo.
L'indignazione
L'indignazione è tanta anche nel mondo della politica. In molti pensano che Paitoni sarebbe dovuto rimanere in carcere piuttosto che poter liberamente continuare a frequentare il figlio. Luisa Regimenti - eurodeputata di Forza Italia - ha rimarcato l'esigenza di vietare per legge che ai pregiudicati di delitti violenti possano essere affidati minori, seppure per brevi periodi: "Quanto sangue di innocenti deve ancora scorrere? Anche in questo caso, la tragedia di Varese era annunciata e prevedibile".
Matteo Salvini punta il dito contro chi ha consentito la scarcerazione del 40enne: "Aveva tentato di uccidere un collega a novembre, ma per il giudice questo non è stato sufficiente per metterlo in carcere. E così ha ucciso il figlio di 7 anni e tentato di uccidere l'ex moglie. Chissà se domani leggeremo un'intervista di questo bravo giudice su qualche giornale…".
Roberto Calderoli della Lega pretende di sapere quale autorità giudiziaria ha consentito a Paitoni di trascorrere Capodanno con il figlio nonostante i precedenti: "Stavolta qualcuno dovrà rispondere".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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