Ha pagato con tre anni di reclusione, pena patteggiata, quei 633 chilogrammi di hashish che tentava di portare dalla Spagna all’Italia, attraverso il confine italo francese di Ventimiglia. Mario Miranda viene arrestato, il 14 aprile scorso, nei pressi del casello di Genova Pegli dell’Autofiori. Tutto ha inizio quasi per un caso, quando la polizia stradale ferma un autoraticolato proveniente da Malaga, in Spagna, diretto a Salerno. Fin qui tutto bene. Gli agenti aprono il portellone del mezzo e nella celle frigo notano decine di cassette di arance.
Immaginate la reazione dell’autista. Impossibile tradire la benché minima emozione e l’uomo, dato l’eccessivo nervosismo, ha convinto la polizia ad approfondire i controlli. Ed ecco che, nel centro del rimorchio, spunta un bancale contenente una ventina di pacchi rivestiti in juta riportanti la scritta rossa “Toyota”.
Ognuno nasconde diversi panetti di hashish del peso di circa 100 grammi ciascuno, per arriva a un totale di 633,50 chili. La polizia accerta poi che il destinatario del carico di arance, indicato sui documenti, era estraneo a questo trasporto e che il trattore stradale era stato dotato di una carta di circolazione rubata in bianco e contraffatta, in quanto l'originaria carta di circolazione era stata ritirata circa sei mesi prima dalla polstrada di Roma, per una serie di infrazioni in materia di autotrasporto.
Il semirimorchio, inoltre, era stato dotato della carta di circolazione originale e di tutti gli elementi
identificativi (numero di telaio, targhette identificative, gruppo frigorifero) appartenenti ad un altro semirimorchio gravemente danneggiato, dopo un incidente. Miranda si trova da allora recluso nel carcere genovese di Marassi.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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