Il cardinale Janis Pujats ha firmato la "Professione delle verità immutabili riguardo al matrimonio sacramentale", il documento dei tre vescovi kazaki, sottoscritto anche dagli italiani Negri e Viganò, che ha rimesso al centro del dibattito dottrinale il discusso capitolo ottavo di Amoris Laetitia. "Diamo notizia che il Cardinale Janis Pujats, Arcivescovo Metropolita Emerito di Riga ha firmato...", ha scritto il vaticanista Marco Tosatti sul suo blog. Il fatto in sè potrebbe apparire poco rilevante, ma dopo la mancata risposta di Bergoglio ai cardinali Burke, Brandmueller, Caffarra e Meinser, questo documento e le sue sottoscrizioni rappresentano in qualche modo una riapertura del "caso". Il testo dei kazaki punta a correggere nuovamente lo scritto del pontefice secondo quella che sarebbe la dottrina ufficiale della Chiesa cattolica. Hanno scritto, infatti, Tomash Peta, Jan Pawel Lenga e Athanasius Schneider: "Non è lecito (non licet) giustificare, approvare o legittimare né direttamente, né indirettamente il divorzio e una relazione sessuale stabile non coniugale tramite la disciplina sacramentale dell’ammissione dei cosiddetti "divorziati risposati" alla Santa Comunione, trattandosi in questo caso di una disciplina aliena rispetto a tutta la Tradizione della fede cattolica e apostolica". Per i tre esponenti dell'episcopato kazako, l'esortazione apostolica del pontefice arriverebbe a giustificare la "piaga del divorzio".
Papa Francesco, dal canto suo, ha risposto alle questioni sollevate ormai un anno e mezzo fa dai quattro cardinali citati, pubblicando negli atti ufficiali del pontificato una lettera inviata all'episcopato argentino, nella quale il pontefice ha evidenziato l'interpretazione corretta di Amoris Laetita. Ai "dubbiosi" dell'operato del pontefice, insomma, si è aggiunto anche il cardinale lettone Pujats, che aveva destato "scandalo", qualche anno fa, quando era arrivato a dire che: "Neppure i regimi di Hitler e Stalin osarono mettere la sodomia al centro della politica di Stato – aveva affermato – purtroppo questa infamia è divenuta realtà nell’Unione Europea". Un ultraconservatore, insomma, che tramite la sottoscrizione del testo dei kazaki sarebbe venuto allo scoperto, evidenziando le sue diffidenze su questo pontificato. Pujats è diventato sacerdote il 29 marzo 1951. Poi ha ricoperto l'incarico di arcivescovo di Riga e di presidente della Conferenza Episcopale lettone.
Giovanni Paolo II, ancora, lo ha "innalzato" alla porpora, nominandolo cardinale nel concistoro del febbraio del 2001. La notizia, ovviamente, è stata accolta con favore da quanti, essendo apertamente "antibergogliani" e/o avendo a loro volta "dubbi" sulle aperture di Francesco, aspettavano la riapertura della diatriba.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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