La crisi economica causata dalle decisioni del governo Conte, nelle settimane che hanno visto imperversare il virus e pure nella fase attuale, sta mietendo molte vittime. Tra gli altri stanno pagando un tributo pesante sia i gestori di attività commerciali (costretti a rimanere chiusi e poi chiamati a fronteggiare una riduzione dei consumi legata al generale impoverimento), sia i proprietari di immobili. In varie circostanze, non a caso, questi ultimi si sono mostrati sensibili alle esigenze delle imprese, accettando rinvii dei pagamenti e anche una rinegoziazione dei fitti.
Una cosa, però, è l'intesa volontaria che nasce dalla speranza di un futuro migliore, oltre che dalla consapevolezza che vi sono fasi in cui può essere necessario condividere le perdite, e cosa del tutto diversa è invece la cancellazione d'imperio dei diritti dei proprietari e degli impegni contrattuali assunti dal conduttore.
Al riguardo, è assurdo che il governo e la magistratura pretendano di scaricare sulla proprietà gli oneri del dissesto causato dal lockdown. E se nelle scorse settimane abbiamo visto un blocco degli sfratti deciso dalla politica, ora sono i tribunali ad adottare soluzioni che svuotano il diritto di proprietà e alla fine vanificano i sacrifici fatti da quanti hanno risparmiato per anni al fine di costruire una rendita immobiliare.
Nelle scorse ore, infatti, al titolare di un albergo di Catania è stato impedito di rientrare in possesso dell'immobile nonostante da tre mesi non riceva il pagamento della locazione. Il magistrato ha ritenuto opportuno negare lo sfratto, scaricando sul proprietario i costi di una politica di carattere «assistenziale» che al limite dovrebbe competere all'ente pubblico.
Quello che politica e magistratura sembrano non comprendere è che quando si sovvertono le regole fondamentali del diritto, dalla necessità di rispettare la proprietà all'obbligo di mantenere gli impegni assunti, è l'intero ordine sociale che entra in crisi.
Qualcuno può seriamente ritenere che sarà facile, in futuro, trovare un immobile in locazione quando il proprietario non è più davvero tutelato e può essere in un certo senso espropriato del suo stesso bene? E ancora: quanti saranno motivati a risparmiare e investire in tale settore se ogni regola può essere così facilmente sovvertita in nome di logiche emergenziali e demagogiche?Dove la proprietà non è tutelata, l'inciviltà avanza. Non ricostruiremo la nostra economia se non comprenderemo questa verità elementare.
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