"Non c'è bisogno di spiegare quanto sia barbara la pratica dell’utero in affitto. Basta osservarla senza sentimentalismi: non è nient'altro che lo sfruttamento del corpo di una donna, spesso due, per permettere a coppie naturalmente sterili di 'comprare' un bambino. Un processo in cui si arricchiscono le agenzie e le cliniche, ai danni delle donne povere e dei bambini ”.
Non usa mezzi termini Maria Rachele Ruiu, una delle portavoci di Generazione Famiglia (gia Manif Pour Tous Italia), che da tempo porta avanti una dura battaglia contro il ddl Cirinnà sulle unioni civili.
Perché dite 'no' alla stepchild adoption?
Cerchiamo di essere chiari. Dicono che la stepchild adoption non c'entra con l'utero in affitto, ma non è così. Facciamo alcuni esempi. Se una donna ha una relazione con un uomo con cui concepisce un bambino, poi si separa e trova una compagna, il piccolo non è adottabile, perché il padre biologico esiste. Dovesse morire il padre, invece, e dovesse morire anche la madre, il tribunale dei minori già oggi può affidare il bambino alla compagna della madre in base alla cosiddetta continuità affettiva. Quale è allora l'effettiva ragione della stepchild adoption?
Me lo dica.
Quando non esiste il secondo genitore e non c'è continuità affettiva. Ovvero quando vai a comprare un bambino all'estero.
In pratica per chi ha è già ricorso o vuole ricorrere all'utero in affitto.
In Parlamento, e soprattutto nel Pd, i questo momento, finalmente!, c'è una bagarre interna proprio su questo aspetto del ddl Cirinnà. E' evidente che sia difesa principalmente da chi ha già fatto ricorso alla pratica o vorrebbe farlo e che con la Cirinnà spera di ottenerne il riconoscimento.
Un esempio potrebbe essere l'influente senatore Lo Giudice (padre di un bambino generato negli Usa con maternità surrogata, Ndr)?
Dice? Lui si è sicuramente dichiarato contrario ad un’eventuale stralcio dell’articolo. Strano, eh?
Insomma, ce l'avete con le coppie omosessuali.
No, siamo contrari anche alle coppie eterosessuali che fanno ricorso all'utero in affitto. E' una pratica barbara, chiunque la sfrutti. Non discriminiamo in base all'orientamento sessuale. E non ci interessa farlo.
Beh, ma il figlio di Lo Giudice prima o poi diventerà grande e bisognerà spiegargli come è nato.
Certo, e riconosciamo che ci sono tanti bambini, in Italia e nel mondo, nati per mezzo dell'utero in affitto. Ho letto anche alcune testimonianze di questi ragazzi. 'Scoprire di essere stati comprati - dicono - è difficile'. Molti cercano di risalire alle origini, cercano le proprie radici nel nome del donatore, o donatrice. Ma non penso che l’argomentazione “già è accaduto” possa essere valida perché “accada ancora”. Soprattutto guardando la sofferenza di chi cerca, come dicevamo, le proprie radici.
Perché definire la maternità surrogata una pratica "barbara"?
Ci sono due motivi. Il primo, da donna, perché è uno sfruttamento della povertà e del corpo femminile. Io penso che nessuna donna vorrebbe donare gli ovuli, fare trattamenti ormonali atroci “per donarli” (dietro ingenti somme di denaro) e nessuna donna vorrebbe portare avanti una gravidanza per poi vedersi strappare il bambino dal seno, se non perché è disperata. La seconda motivazione, è che ogni bambino è una persona non un oggetto.
In effetti sono molte le cronache di embrioni scartati e bambini rifiutati se "difettosi".
Esatto. E aggiungo, per le coppie samesex, che con questa pratica al bambino viene negato il diritto di godere della ricchezza del maschile e del femminile nella figura del padre e della madre. Anche la carta dei diritti europei riconosce che - per quanto possibile - un bambino non deve mai essere separato dalla madre.
Possono però anche capitare delle tragedie.
Certo, esistono anche bambini che la vita rende orfani, ma questo non significa che sia lecito fare una legge che dichiari un bambino, anche se la madre è viva, nato orfano. Non penso che riprodurre in laboratorio queste tragedie possa essere sinonimo di civiltà.
In un'intervista rilasciata ieri a Repubblica, due signore che sono andate in India e in Ucraina a far nascere i figli, hanno di fatto ammesso che dietro la disponibilità delle gestanti c'era - appunto - una motivazione economica.
Ho letto parole che mi hanno colpito molto. Di fatto, le donne che affittano il loro utero per garantire stabilità economica alla famiglia, non fanno altro che "vendere" un bambino per far vivere dignitosamente un'altro. Non è sfruttamento dei ricchi sui poveri questo? E' una moderna forma di schiavitù.
Eppure la sen. Cirinnà ha più volte affermato che dietro la disponibilità delle gestanti c'è solo il desiderio di fare un "dono" ad una coppia sterile.
Come abbiamo visto, le interviste di questi giorni dimostrano il contrario. Dietro c'è sempre una motivazione economica. E comunque, in generale, i bambini non si comprano. Ma nemmeno si regalano. Non sono oggetti.
All'estero, però, l'utero in affitto è legale. Perché allora sbattersi tanto per ostacolare la stepchild adoption?
Ci sono molte leggi ingiuste all’estero: che facciamo le importiamo tutte? Anche se lo fanno negli Usa, rimane una pratica barbara. Noi lottiamo affinché venga cancellato il ddl Cirinnà che ne legalizza le conseguenze in Italia. Ovviamente, spero anche che questa pratica venga vietata in tutto il mondo. La Manif Pou Tous Francese, ma non solo lei, si sta spendendo molto per questo.
Il ddl Cirinnà rientra in un disegno generale per colpire la famiglia?
Le unioni civili così come sono scritte, anche se fosse tolto l'articolo 5 sulla stepchild adoption, permetterebbe al primo giudice di turno, con una semplice sentenza, di trasformarle in matrimonio omosessuale. Automaticamente, a quel punto, sarà impossbile negargli l'adozione.
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