Ecco perché il ritorno di Trump non deve fare paura all'Europa

Recentemente ho avuto l'opportunità di incontrare leader politici ed economici di tutto il mondo, da Roma a Monaco di Baviera, da Tokyo a Raleigh, nella Carolina del Nord

Ecco perché il ritorno di Trump non deve fare paura all'Europa
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Recentemente ho avuto l'opportunità di incontrare leader politici ed economici di tutto il mondo, da Roma a Monaco di Baviera, da Tokyo a Raleigh, nella Carolina del Nord. Personaggi di alta caratura con background, punti di vista e interessi diversi, ma quasi tutti animati dalla stessa domanda: una seconda (...)

(...) amministrazione Trump sarebbe positiva per il mondo? La risposta breve è semplice: assolutamente sì.

Per chi invece fosse interessato a una disamina più approfondita, un consiglio: se volete sapere come potrebbe essere un secondo mandato di Trump, usate il suo primo mandato come guida.

Questa domanda spesso muove da preoccupazioni per questioni fondamentali di sicurezza nazionale: proseguirà l'impegno dell'America nei confronti dei suoi storici alleati? Come finirà la guerra in Ucraina? E, soprattutto, gli Stati Uniti continueranno a ricoprire il ruolo di leader del mondo libero? Gran parte di questa ansia generalizzata è alimentata da un'industria mediatica e da una classe politica, sia in Europa sia negli Stati Uniti, che cerca disperatamente di screditare il presidente Trump e qualsiasi altro leader che si rifiuti di aderire alla propria visione del mondo progressista e globalista, compresa la vostra premier, Giorgia Meloni. Fortunatamente, i lettori de il Giornale non subiscono questa distorsione della verità.

Invece di dare retta a queste sciocchezze, guardiamo ai fatti. Per quanto riguarda la guerra in Ucraina e l'impegno dell'America nei confronti dell'Europa, faremmo tutti bene a ricordare che questo conflitto non è iniziato sotto l'amministrazione Trump. Non posso dire che Putin non avrebbe mai invaso l'Ucraina se Trump fosse stato eletto per un secondo mandato, ma posso dire che Putin non ha conquistato un centimetro di Ucraina durante i nostri quattro anni. Non è stato un caso.

La nostra amministrazione, in collaborazione con i nostri alleati europei, ha dimostrato una capacità e una volontà che hanno efficacemente scoraggiato l'aggressione della Russia. Abbiamo esortato i nostri partner della Nato a rispettare gli impegni di spesa per la difesa e a ridurre la loro dipendenza dall'energia russa. Questa mossa è stata impopolare per i politici e gli opinionisti dell'establishment, da Bruxelles a Berlino. Tuttavia, ha aumentato in modo significativo la sicurezza e la prosperità dell'Europa.

Allo stesso tempo, quando i missili russi sono caduti su Kiev, sono stati abbattuti con armi fornite dall'amministrazione Obama/Biden? No. Sono stati abbattuti con armi fornite dal presidente Trump.

Non ho la sfera di cristallo e non pretendo di prevedere il futuro, ma c'è da scommettere che questo è esattamente ciò che il presidente Trump farà durante il suo secondo mandato in caso di rielezione. Troverebbe modi creativi per garantire che l'Ucraina abbia i mezzi necessari per difendersi - infatti, recentemente, ha suggerito di trattare i futuri aiuti americani come prestiti, piuttosto che come carità. E continuerebbe a incoraggiare lo sviluppo di un'Europa in grado di soddisfare le proprie esigenze di difesa mantenendo un'economia forte, che non dipenda dai nostri avversari comuni, siano essi Mosca o Pechino.

L'Italia sarebbe protagonista di primo piano in questa strategia, proprio come lo è stata durante i primi quattro anni di mandato. Credo fermamente che il presidente Trump considererebbe ancora una volta l'Italia come uno dei nostri partner più importanti per affrontare le principali sfide di sicurezza, dal respingimento dell'aggressione russa all'eliminazione delle cellule terroristiche in tutto il Nord Africa.

Contrariamente all'allarmismo dei media, il commercio e gli investimenti diretti esteri tra Italia e Stati Uniti hanno avuto un'impennata durante l'amministrazione Trump. Un secondo mandato produrrebbe probabilmente risultati simili, a beneficio sia degli americani sia degli italiani. Le politiche che danno priorità agli interessi delle nostre nazioni non devono essere necessariamente isolazioniste o protezioniste. Semplicemente mettono i bisogni del nostro popolo davanti alle organizzazioni globaliste e alle élite corrotte, un approccio di buon senso che ogni governo responsabile dovrebbe adottare.

Quindi, nell'analizzare il potenziale ritorno alla Casa Bianca di Trump, non lasciamoci influenzare dal chiacchiericcio proveniente dalle torri d'avorio in cui si è arroccata la classe politica internazionale.

Consideriamo, invece, qual era la situazione europea sul fronte della sicurezza nel momento in cui Trump concluse il suo primo mandato: l'Ucraina non era ancora stata invasa, l'influenza dell'Iran era stata contenuta e la Cina comunista non si era rafforzata.

Il ritorno di una forte leadership americana, di fronte a queste sfide, dovrebbe essere accolto con favore.

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