I fannulloni tornano alla carica. L’assenteismo nel pubblico impiego, secondo quanto rivelato dall’Espresso, nel 2014 è costato allo Stato 11 miliardi e 189 milioni di euro. Secondo i dati dell’Inps il fenomeno, dopo un primo calo dovuto alla riforma sulla PA del 2009 ad opera del ministro Renato Brunetta, è tornato ai livelli di prima a partire dal 2012. Stando alle ultime dichiarazioni del ministro della Funzione Pubblica Marianna Madia sembra che il 2014 abbia visto una riduzione del fenomeno dell’assenteismo ma i numeri a cui fa riferimento solo del tutto parziali.
Al suo ministero, infatti, sono pervenuti i dati di 4.434 amministrazioni su un totale di 21.425 e all’appello mancano anche le oltre 9 mila amministrazioni scolastiche. Nella primavera dello scorso anno il sottosegretario alla pubblica amministrazione, Angelo Rughetti, davanti alla commissione Affari sociali di Montecitorio per un’audizione, ha rivelato che dal dicembre 2011, subito dopo l’uscita di Brunetta dal ministero, alla fine del 2013 su 25 dati relativi alle assenze giustificate con certificati medici ben 10 indicano un aumento rispetto allo stesso periodo del 2012.
Anche secondo l’Inps tra il 2012 e lo scorso anno i certificati medici per malattia sono cresciuti a vista d’occhio e ha ripreso ad allargarsi il divario con i dipendenti privati che registrano un calo consistente. Nel pubblico impiego il numero pro-capite di giornate perse ogni anno per malattia è passato da 8,42 nel 2011 a 9,22 nel 2013, con una crescita del 9,5 per cento. Tra permessi, congedi e aspettative di vario tipo esistono ben 38 modi per mancare dal posto di lavoro. I dati del ministero della Funzione Pubblica rivelano che nel 2013 le assenze pro-capite per malattia sono arrivate a quota 10,31 giorni e quelle per “altri motivi” a 11,95. I casi di assenteisti scoperti dalla guardia di finanza non mancano in tutto il territorio nazionale. A Torino si è scoperto che un dipendente in malattia da un anno lavorava come insegnante di aerobica.
A Boscoreale, in Campania, su 170 dipendenti comunali ben 125 erano assenteisti. A Messina sono su 96 impiegati dello Iacp 81 sono indagati, mentre in Veneto 98 dipendenti regionali su 115 nella sede di Rovigo. A Castellammare di Stabia la Procura di Torre Annunziata ha contato 23 mila ore dedicate alla pausa caffè da 19 spazzini. A Bologna una dipendente del policlinico Sant’Orsola di Bologna è stata condannata a due anni di carcere per aver lavorato 6 giorni in 9 anni. Nel 2013 il costo del lavoro dell’insieme dei dipendenti pubblici è ammontato a 156 miliardi che diviso per il numero di impiegati dalle varie amministrazioni (3.336.
494, secondo la Ragioneria generale dello Stato) comporta una spesa annuale di 46.755 euro a dipendente. Per ottenere il costo contrattuale di una giornata si deve dividere la cifra per 365 giorni così da arrivare a 128 euro e pochi centesimi (lordi).- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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