Il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, in un’intervista a Repubblica ha sottolineato: "La scuola è al centro dei nostri pensieri e riaprirà a settembre. Ma tutti gli scenari elaborati dal comitato tecnico-scientifico prefigurano rischi molto elevati di contagio, in caso di riapertura". Si parla di bambini, studenti, anche piccolissimi, che nei prossimi mesi dovranno tornare in classe. E la comunità scientifica si spacca.
C’è chi è molto preoccupato. E c’è chi, come alcuni ingegneri del Politecnico di Milano, si dice ottimista. Intanto, la ministra delle pari opportunità, Elena Bonetti, lancia l’idea: "Apertura delle scuole dell’infanzia, della scuola 0-6 nei mesi estivi". Per il momento si tratta di una proposta. E chissà come andrà a finire. Intanto arriva uno studio da Milano che, come detto, si esprime positivamente al ritorno in aula. È fondato su un’analisi di sistema. Un modello elaborato da ingegneri. Se venisse preso in considerazione, potrebbe rivoluzionare la gestione della fase 2.
Alla base un aspetto che finora nessuno ha avuto il coraggio di toccare: la riapertura delle scuole materne ed elementari, forse anche delle medie. Potrebbe apparire una proposta ardita: ha invece basi molto fondate e nasce all’interno di una delle punte più avanzate della comunità scientifica italiana. Il lavoro nasce per rispondere a una domanda all’apparenza semplice. Ora che madri e padri dovranno (pur con limitazioni) tornare a lavorare, a chi lasceranno i bambini più piccoli?
Molte famiglie avranno la scelta obbligata di ricorrere ai nonni (se si ha la fortuna di averli vicini), mettendo così a rischio proprio le persone più fragili, quelle che dovranno mantenere il più alto livello di protezione. "Ovviamente si tratterebbe di una scuola diversa da quella che conosciamo, in termini di orari, turni, composizione delle classi", ha spiegato il rettore del Politecnico, Ferruccio Resta. L’apertura delle scuole per le fasce d’età più basse sarebbe dunque in questo momento un aiuto per le famiglie che dovranno tornare al lavoro e permetterebbe di salvaguardare almeno una fascia di anziani.
Come sarà, dunque, la fase 2 per i bambini? Una risposta a questa faccenda complessa è arrivata anche da Alberto Villani, presidente della Società Italiana di Pediatria, responsabile di pediatria generale e malattie infettive all’ospedale Bambin Gesù. All’Huffington Post ha dichiarato: "Le mascherine protettive, diverse dai dispositivi medici, dovranno entrare a far parte della vita dei nostri bambini". L’Italia si prepara a riaprire le aule a settembre, ma c’è tutto il tempo "per monitorare la situazione e mettere a punto strategie", ha spiegato.
"Quello delle mascherine per i bambini non è un problema vissuto con urgenza. Quando riapriranno le scuole, diventerà molto importante stabilire degli esatti criteri". Il commissario straordinario, Domenico Arcuri, ieri ha affermato che ci sarà presto una produzione adeguata in termini di quantitativi: in quei numeri ci sono tutti i tipi di mascherina, anche quelle per i più piccoli. Poi il professore si è soffermato su un punto: in quali contesti sarà necessario far indossare la mascherina ai propri figli? "Facciamo degli esempi pratici. Se un bambino sta al parco con la sorellina e svolge attività all’aria aperta, nel rispetto del distanziamento sociale, non dovrà indossare la mascherina. Se sta in classe probabilmente sarà necessaria. Se va a trovare i nonni perché non resiste più senza vederli: mascherina ai nonni, mascherina al nipotino".
Ai genitori ha consigliato che non c’è bisogno, in vista del 4 maggio, di correre ad acquistare dispositivi particolari. "Presto le mascherine diventeranno un oggetto quasi fashion, ci sono molte aziende di moda che se ne stanno occupando. Anche questo ci aiuterà con i bambini, come è accaduto con occhiali, apparecchi per i denti e così via". Villani non è preoccupato su quando si tornerà a scuola. Il premier Conte ha assicurato che a settembre a scuola ci si andrà, ma è tutto da vedere. "Non è un parere personale.
Esistono dei parametri che sono tali da sconsigliarlo in questo momento. È chiaro a tutti che non ci sarà un ritorno alla normalità pre-coronavirus, ma bisogna iniziare a pensare a delle modalità specifiche per le varie fasce d’età".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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