Ecco come si entra e si esce dal semaforo ideato da Conte

Tre zone contraddistinte per colore: così è stata divisa l'Italia dall'ultimo Dpcm di Conte. Ecco come le regioni possono cambiare area

Ecco come si entra e si esce dal semaforo ideato da Conte

Alle 20.20 di ieri, mercoledì 4 novembre, Giuseppe Conte ha ufficializzato il nuovo Dpcm con la suddivisione dell'Italia in tre macro aree di rischio per il contagio da coronavirus. Ora il Paese la zona rossa (Lombardia, Piemonte, Valle d'Aosta e Calabria), la zona arancione (Puglia e Sicilia) e la zona gialla (tutte le altre regioni). Ognuna di queste deve sottostare a una serie di restrizioni che cambiano in base alla gravità della situazione epidemiologica, calcolata secondo 21 indicatori scientifici. Le misure più restrittive sono per la zona rossa, dove i cittadini sono in un regime di lockdown light.

In base ai 21 indicatori è stato determinato il coefficiente di rischio che non è fisso ma può subire variazioni in base ai dati che settimanalmente vengono forniti dalle regioni. Questi dati possono determinare lo spostamento delle regioni verso la zona arancione o la zona rossa ma le regioni attualmente in zona rossa non possono essere declassate prima di due settimane. I 21 indicatori su cui si è basata la decisione del governo sono stati determinati lo scorso 30 aprile e soggiacciono a 3 criteri: capacità di monitoraggio; capacità di accertamento diagnostico, indagine e gestione dei contatti; risultati relativi a stabilità di trasmissione e alla tenuta del comparto sanitario.

Capacità di monitoraggio (6 indicatori)

Il decreto del ministero della Salute firmato da Roberto Speranza, per questo criterio ha individuato i seguenti indicatori.

- Numero di casi sintomatici notificati per mese in cui è indicata la data inizio sintomi/totale di casi sintomatici notificati al sistema di sorveglianza nello stesso periodo.
- Numero di casi notificati per mese con storia di ricovero in ospedale (in reparti diversi dalla Terapia intensiva TI) in cui è indicata la data di ricovero/totale di casi con storia di ricovero in ospedale (in reparti diversi dalla TI) notificati al sistema di sorveglianza nello stesso periodo.
- Numero di casi notificati per mesecon storia di trasferimento/ricovero in reparto di terapia intensiva (TI) in cui è indicata la data di trasferimento o ricovero in TI/totale di casi con storia di trasferimento/ricovero in terapia intensiva notificati al sistema di sorveglianza nello stesso periodo.
- Numero di casi notificati per mese in cui è riportato il comune di domicilio o residenza/totale di casi notificati al sistema di sorveglianza nello stesso periodo.
- Numero di checklist somministrate settimanalmente a strutture residenziali sociosanitarie (opzionale).
- Numero di strutture residenziali sociosanitarie rispondenti alla checklist settimanalmente con almeno una criticità riscontrata (opzionale).

Capacità di accertamento diagnostico, indagine e gestione dei contatti (6 indicatori)

Anche per questo criterio, il ministero della Salute ha indicato 6 indicatori nel decreto.

- Percentuale di tamponi positivi escludendo per quanto possibile tutte le attività di screening e il “re-testing” degli stessi soggetti, complessivamente e per macro-setting (territoriale, PS/Ospedale, altro) per mese.
- Tempo tra data inizio sintomi e data di diagnosi.
- Tempo tra data inizio sintomi e data di isolamento (opzionale).
- Numero, tipologia di figure professionali e tempo/persona dedicate in ciascun servizio territoriale al contact-tracìng.
- Numero, tipologia di figure professionali e tempo/persona dedicate in ciascun servizio territoriale alle attività di prelievo/invio ai laboratori di riferimento e monitoraggio dei contatti stretti e dei casi posti rispettivamente in quarantena e isolamento.
- Numero di casi confermati di infezione nella regione per cui sia stata effettuata ima regolare indagine epidemiologica con ricerca dei contatti stretti/totale di nuovi casi di infezione confermati.

Risultati relativi a stabilità di trasmissione e alla tenuta del comparto sanitario (9 indicatori)

Per l'ultimo criterio, il ministro Roberto Speranza ha individuato 9 indicatori.

- Numero di casi riportati alla Protezione civile negli ultimi 14 giorni.
- Rt calcolato sulla base della sorveglianza integrata ISS (si utilizzeranno due indicatori, basati su data inizio sintomi e data di ospedalizzazione).
- Numero di casi riportati alla sorveglianza sentinella COVID-net per settimana (opzionale).
- Numero di casi per data diagnosi e per data inizio sintomi riportati alla sorveglianza integrata COVID-19 per giorno.
- Numero di nuovi focolai di trasmissione (2 o più casi epidemiologicamente collegati tra loro o un aumento inatteso nel numero di casi in un tempo e luogo definito).
- Numero di nuovi casi di infezione confermata da SARS-CoV-2 per Regione non associati a catene di trasmissione note.


- Numero di accessi al PS con classificazione ICD-9 compatibile con quadri sindromici riconducibili a COVID-19 (opzionale).
- Tasso di occupazione dei posti letto totali di Terapia Intensiva (codice 49) per pazienti COVID-19.
- Tasso di occupazione dei posti letto totali di Area Medica per pazienti COVID-19.

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